Milano tabaccaio

Milano, il tabaccaio picchiato da tre balordi: "Le botte mi hanno sfigurato il viso: non riesco più a masticare"

Milano, parla il tabaccaio aggredito brutalmente da tre balordi

Lo scorso 8 marzo a Milano un tabaccaio di 59enne è stato violentemente rapinato da tre uomini, che miravano a rubargli l’orologio che portava al polso. La dinamica della rapina è agghiacciante: il 59enne esce dalla tabaccheria per andare a prendere un caffè, ma al suo rientro al negozio viene aggredito con ferocia, e senza motivo. I tre balordi miravano sì all’oggetto di valore, ma nonostante la vittima non opponesse resistenza, hanno finito con l’infierire contro di essa, fin quasi a ridurla in fin di vita.
La vittima ha rimediato un grave trauma cranico facciale e diverse fratture al viso.

I tre, notizia di ieri, sono stati arrestati dopo un certosino lavoro di analisi di celle telefoniche e telecamere. La polizia è riuscita  a identificarli dopo un lavoro lungo mesi: si tratta di un cittadino italiano, uno di origini serbe e un altro di origini brasiliane. Adesso si trovano in attesa di giudizio al carcere di San Vittore. L’arresto dei suoi aguzzini tranquillizza il tabaccaio, che ha però rivissuto l’orrore subito quel giorno. La sua testimonianza drammatica è stata raccolta a Storie Italiane, dove l'uomo ha preferito parlare di spalle, nel timore di subire ritorsioni.

Milano, tabaccaio aggredito da tre balordi: "Sono dimagrito 11 chili, vivo con vite e placche in bocca. Ho paura"

Stanotte non sono riuscito neanche a dormire. L’arresto mi ha rievocato quel che è successo, preferisco cercare gradualmente di dimenticare. Di quel giorno ricordo di aver attraversato la strada per tornare alla mia attività, quando sono stato aggredito da questi tre individui. Ricordo un grande male, un grande dolore”. I tre hanno infierito sull’uomo anche dopo avergli sottratto l’orologio: “Glielo avrei dato: non avrei opposto resistenza in una situazione simile. Le botte erano talmente violente che, credetemi, non c’ero più con la testa. Ci sono stati dei momenti in cui mi sono quasi detto: “E’ meglio lasciarsi andare”. Il dolore era pazzesco. Ho sofferto tantissimo”.

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L'intervista a Storie Italiane


L’orologio gli era stato regalato da sua madre, venuta tra l’altro a mancare 6 mesi dopo la rapina. “Devo ringraziare la polizia, in particolare il nucleo dei falchi, che hanno fatto lavoro certosino. Mi avevano garantito che li avrebbero presi, e così è stato. Persone eccezionali, di grande animo. E ringrazio l’equipe del Policlinico di Milano, che mi hanno risistemato il viso, che era completamente sfigurato

Non riuscirò mai a perdonarli: rischiare di ammazzare una persona per un orologio mi sembra eccessivo. La mia fortuna è stata una signora che è uscita dalla tabaccheria e ha iniziato a urlare. In due sono scappati, ma uno ha continuato a infierire su di me. Io sono vivo per miracolo, ma vivo con viti e placche in bocca. Sento la mia faccia che tira costantemente, dall’occhio sinistro a volte vedo offuscato. Non puoi distruggere il viso di una persona per un orologio. Ho perso 11 chili, non riesco a masticare"

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