Bologna Città 30, gli incidenti stanno calando: i dati della polizia municipale, e il commento dell'Associazione Familiari Vittime della Strada
Dopo tante polemiche, cominciano ad uscire i primi dati. E sono positivi. Stiamo parlando di Bologna Città 30, la rivoluzione della mobilità decisa nel capoluogo emiliano, in cui si può viaggiare, su due o quattro ruote, a una velocità massima di 30 chilometri. Una decisione comunale che aveva creato malumori e discussioni, relative al fatto che, per molti, 30 fosse un limite troppo basso. Ma oggi, dopo qualche mese, chi ha sostenuto e promosso questa nuova idea di mobilità cittadina, ha dalla sua parte i numeri.
Secondo le stime, si è già registrato un calo del 17% degli incidenti in città. Il bilancio è ottimo anche per quel che riguarda feriti: 73 in meno rispetto all'anno scorso. Dati, questi, forniti dalla polizia locale di Bologna, che ha paragonato le stime delle prime otto settimane di Città 30 con lo stesso periodo dell’anno scorso. A questo proposito, abbiamo sentito l'Associazione Familiari Vittime della Strada, nella persona di Silvia Frisina, vicepresidente.
Bologna Città 30: "La vita umana ha un valore più alto della mobilità cittadina"
L'introduzione delle Città 30 è stata presa come una cattiva notizia, un flagello per gli automobilisti. "Il problema vero è la comunicazione sbagliata della Città 30. Non significa solo abbassare il limite di velocità: una Città 30 è strutturata a livello anche di infrastrutture, in maniera tale che sia una città che permetta un traffico promiscuo, a tutela dell’utenza vulnerabile. Gli spazi devono essere rivisti, per ridurre ovviamente la velocità, ma rendere anche le infrastrutture adeguate alla convivenza della strada", spiega Frisina.
"Un esempio è la città di Olbia, che già da anni è Città 30. Di fronte al municipio c’è un’area strutturata con un restringimento e delle fioriere. Una viabilità a tutela del pedone. Poi, ovviamente, altri esempi eclatanti li troviamo in Europa, ma parliamo sempre di una questione culturale. Su questa tematica della Citta 30 si è fatto terrorismo psicologico: abbiamo spaventato i cittadini. Ma la vita umana ha un valore più alto. Il pedone viene investito a una velocità di 50 km orari, che è quella consentita nella città: così, chi viene travolto da un'auto o da uno scooter in corsa, ha solo il 15% di possibilità di sopravvivere. Va da sé che se riduco la velocità, salvo più vite".
Da inizio anno ad oggi, sulle strade urbane di Bologna si sono registrati in totale 377 incidenti, di cui uno mortale, 252 incidenti in cui sono rimaste ferite delle persone (304 in totale), e 124 incidenti senza feriti. Nello stesso periodo dell’anno scorso, invece, i dati erano diversi: 452 incidenti totali, di cui 3 mortali, e 296 incidenti con feriti.
LEGGI ANCHE >>> Zona 30, non solo a Bologna: esiste anche in un'altra grande città italiana ed è in vigore da quasi 3 anni