Treviso, ristoratore annuncia sui social la chiusura temporanea del suo locale: "Mancanza di personale". Il dibattito sui social
Il caso in questione sta tutto nel titolo: un ristoratore trevigiano è stato costretto a chiudere, per un po', il suo ristorante. Il motivo? Paradossale: di lavoro ce n'è, quel che manca è il personale. Siamo a Oderzo, comune di circa 20mila abitanti in provincia di Treviso, Veneto. Ma potremmo essere ovunque. Sta succedendo letteralmente in tutta Italia, e noi di Tuttonotizie ve lo raccontiamo da mesi. Qualche esempio? Il ristoratore marchigiano costretto a dire addio a ben due dei suoi ristoranti di sushi per mancanza di personale qualificato (qui la nostra intervista). O, ancora, la chef titolare di una locanda anch'essa senza camerieri, obbligata a dover ridurre i coperti a un'unica tavolata a cui serve lei stessa.
Mettere più casi insieme può essere utile, per avviare una riflessione sul mondo del lavoro. Cosa sta accadendo, nel dettaglio, alla ristorazione, e perché, se da un lato la disoccupazione resta un problema del nostro paese, dall'altra certi tipi di lavoro restano comunque scoperti? Un interessante dibattito è emerso dai commenti degli utenti che hanno espresso il loro sostegno ad Andrea, il titolare del ristorante di Oderzo.
Treviso, ristoratore costretto a chiudere per mancanza di personale: il supporto dei clienti e il dibattito nei commenti
Il post ha collezionato decine di like e frasi di sostegno: molti hanno espresso la loro vicinanza al ristoratore, e dai commenti lasciati dagli utenti emerge anche una certa riflessione. "Un male molto diffuso nella ristorazione, e chi si presenta o non è all'altezza, o dopo poco tempo (capita per la mole di lavoro che richiede) si licenzia. Sempre peggio: mi dispiace per tutti voi", scrive Alice. Il commento di Matteo è calzante: "Lavorare nella ristorazione è una missione: o piace o no. Purtroppo il contratto collettivo nazionale del lavoro del settore è obsoleto, con paghe che andavano bene 40 anni fa. Al giorno d'oggi, per quello che uno dà, non conviene". Dello stesso parere è Fabio: "Ormai è diventato un lavoro troppo impegnativo e poco pagato. Se non hai la passione dentro è un lavoro pesante".
Gabriella capisce molto bene la situazione, e non è d'accordo con Matteo: "Non ci sono parole. Siamo nella stessa situazione, purtroppo. A noi toccherà chiudere domenica per lo stesso motivo! Parlo per me: quello che offriamo noi è una paga oraria più che dignitosa, e comunque nessuno si presenta. Adesso i giovani hanno guadagni facili, nella maggior parte dei casi non si rompono più la schiena e non sacrificano i sabati e le domeniche".
"Paga oraria dignitosa? La domenica pagato come glia altri giorni? Questo è obsoleto!", replica Matteo. "In Germania c'è una turnazione che al max fai un weekend al mese in accordo con i colleghi. In più, hai un giorno libero. Questo intendo per obsoleto. La domenica dovrebbe essere pagata il doppio come in tutti gli altri CNL, e il personale dovrebbe essere abbastanza per far turnare le persone. Almeno un weekend si è uno no... io vedo sempre le stesse persone nei locali, e nessun tipo di turnazione. Idem per supermercati e negozi aperti il weekend. Il problema parte da là. Oppure bisogna inventarsi dei contratti a "fatturato/risultati"( ma là siamo su un altro pianeta)".