Lombardia, il borgo dei murales in provincia di Varese: perdersi tra le strade riccamente affrescate di Arcumeggia
Avete mai sentito parlare di Arcumeggia, il piccolo gioiello incastonato nella provincia di Varese, a due passi dal Lago Maggiore? Questo borgo, noto come il primo paese dipinto d'Italia, racconta una storia affascinante di rinascita e di cultura. Un esempio straordinario di come l'arte possa rivitalizzare un'intera comunità.
Nel cuore della Valcuvia, Arcumeggia si distingue per una caratteristica unica: le sue pareti narrano storie. Era il 1956 quando l'Ente Provinciale per il Turismo di Varese decise di scommettere sull'arte dei murales come strumento di rilancio per il paese, allora sull'orlo dell'abbandono. Più di venti artisti, tra cui figure di spicco come Aligi Sassu e Remo Brindisi, furono invitati a imprimere la loro arte sulle pareti esterne del borgo. E diedero vita a quello che sarebbe diventato un museo a cielo aperto.
Ma la scelta di Arcumeggia non fu casuale. Negli anni '50, il paese era una frazione prevalentemente agropastorale, con poco più di 50 abitanti e un solo ristorante. L'iniziativa dei murales era una scommessa: riuscire a trasformare un luogo dimenticato in una galleria d'arte vivente. La scommessa fu vinta: gli affreschi, che ritraggono sia la storia della vallata che scene sacre, hanno trasformato Arcumeggia in un'attrazione unica.
Lombardia, il borgo dei murales: la meraviglia di Arcumeggia
L'impegno di artisti come Gianfilippo Usellini, Achille Funi e Eugenio Tomiolo, non si limitò alla semplice esecuzione dei murales. Il loro lavoro rappresentò una vera e propria rivoluzione nel campo artistico e del restauro. L'utilizzo di tecniche e colori innovativi ha imposto nuove sfide nel campo della conservazione, mettendo in luce l'importanza di preservare questi capolavori per le future generazioni.
Non meno importante è stata la figura di Bruno Ravasi, l'architetto che non solo supervisionò il progetto, ma contribuì alla realizzazione di opere come la Casa del Pittore, un edificio che oggi racchiude bozzetti e documentazioni di quel periodo d'oro. Purtroppo, il museo è attualmente chiuso al pubblico, ma la sua esistenza testimonia l'importanza che Arcumeggia ha avuto nel panorama artistico italiano.
Il percorso di Arcumeggia non si è fermato con i primi murales. Anni di fermento artistico e culturale hanno visto la realizzazione di opere come la Via Crucis vicino alla chiesa, coinvolgendo altri artisti di fama nazionale e internazionale. Questi murales non sono solo decorazioni, ma simboli di una comunità che ha trovato nell'arte la chiave per rinnovarsi e attirare nuove generazioni.
L'esperienza di Arcumeggia è stata talmente significativa, che negli anni successivi si tennero corsi di affresco, attirando studenti da tutto il mondo. Questi corsi non solo hanno contribuito a mantenere viva la tradizione artistica del paese, ma hanno anche sottolineato l'importanza dell'arte come mezzo di formazione e di scambio culturale.
La storia di Arcumeggia è un esempio luminoso di come l'arte possa diventare un ponte tra passato e futuro, tra locale e globale. Oggi, camminando per le strade di questo borgo, si può sentire il respiro di una comunità che ha trovato nella bellezza e nella creatività la forza per rinnovarsi e ispirare.
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