Sanità, odissea liste d'attesa: la testimonianza di Marisa
Una nuova testimonianza relativa ai lunghissimi tempi di attesa della sanità pubblica arriva da Canale 5. La trasmissione Mediaset Mattino Cinque ha intervistato Marisa, nome di finzione di una donna che preferisce non mostrarsi in viso, la quale ha raccontato la sua drammatica esperienza. Sua madre è affetta da una grave patologia, ma curarla affidandosi alla sanità pubblica sarebbe stata un'utopia. Per le cure e le terapie, infatti, i tempi d'attesa sarebbero stati sufficienti a condannare la signora di 90 anni a morte certa.
Marisa, figlia amorevole e premurosa, si è fatta carico della situazione, ma si è vista costretta a spendere migliaia di euro per tenere in vita l'amata madre. Un sacrificio che tutti i figli farebbero, ma che costa caro e amaro in un paese in cui curarsi è possibile solo per chi se lo può permettere.
Sanità, liste d'attesa infinite: la storia di Marisa e di sua mamma
Il racconto di Marisa comincia con la domanda di Francesco Vecchi, conduttore del programma Mediaset: “Quanto avete speso per curare vostra madre?”. “Diverse migliaia di euro”, risponde Marisa. “Mia madre ha una patologia cronica, irreversibile, invalidante e certificata. Ha necessità di fare più volte all’anno una terapia di mantenimento e contenimento di questa patologia. La sanità pubblica mi offre una sola terapia all'anno, e mia madre ne ha bisogno di due. Il 28 novembre 2022 ho prenotato la visita fisiatrica che mi permette di accedere alla terapia nelle liste di attesa. Ho ottenuto la visita il 5 ottobre 2023, cioè 311 giorni dopo solo per la visita, prima del trattamento. Per questo mi hanno chiamata il 4 giugno 2024: quasi 2 anni dopo. Ho dovuto disdire, perché abbiamo avuto la necessità di rivolgerci al privato, dove stiamo facendo questa terapia di contenimento”.
Si tratta di una terapia molto costosa, come spiega Marisa: “130 euro al giorno, mentre la terapia mensile costa 80 euro a seduta”. Finora, prosegue la donna, se ne sono andati “migliaia di euro: ma non è finita qui. La patologia di mia madre è cronica, il che vuol dire vita natural durante. Mia madre ha 90 anni: la prescrizione era stata fatta con urgenza. La visita l’ho prenotata tramite il call center del Cup, il quale mi ha detto che i 30 giorni non sarebbero stati rispettati. Ho dovuto, quindi, rifare la prescrizione senza urgenza, perché non l’avrebbero accettata”.