Veneto, addio al panificio di una storica azienda leader nella produzione di pane e dolci: il mix letale di crisi del commercio e la pandemia
La pandemia da Covid-19 ha rappresentato, per migliaia di aziende, punti vendita, fabbriche, una condanna a morte. La chiusura forzata, a causa delle restrizioni e dello stop di intere filiere, ha messo in pausa settori che non avrebbero potuto permettersi un solo giorno di fermo. Migliaia di euro di debiti accumulati, senza poter mai contare sull'aiuto di nessuno, per non parlare di incentivi statali che sono mancati quasi del tutto.
Una situazione, quella della pandemia, che ci siamo, per fortuna, lasciati alle spalle dal punto di vista sanitario. Ma che, tuttavia, continua a far sentire la sua drammatica eco per quanto riguarda il suo impatto sull'economia. Ne sono esempio le tante attività che ancora oggi, dopo ormai circa due anni dalla fine della pandemia, continuano a chiudere i battenti. Adducendo come motivazione proprio la difficoltà di far fronte al futuro, dopo la stangata rappresentata dal coronavirus, da cui decine e decine di piccoli e medi imprenditori non si sono mai più ripresi. Tra questi, l'ennesima storia arriva dal Veneto, dove è stata costretta alla chiusura di un punto vendita, una storica azienda della produzione di pane e prodotti da forno.
Veneto, storico panificio chiude: le conseguenze della pandemia
Una storia che era iniziata, pensate, alla fine dell'Ottocento, di una conosciutissima azienda veneta. Durante i circa due anni in cui l'Italia si è quasi del tutto fermata per far fronte all'emergenza nazionale, gli incassi di aziende come questa si sono letteralmente azzerati. Una decisione, quella di chiudere uno dei suoi più storici negozi, per nulla semplice da prendere. I tentativi sono stati mille, ma è stato tutto vano: le difficoltà di tenere aperta l'attività, con tali e difficili trascorsi alle spalle, superava i vantaggi di restare aperti
Una delle tantissime storie che, purtroppo, vi raccontiamo ormai da mesi. Storie che arrivano da ogni regione d'Italia, nessuna esclusa, e che denotano una profonda e ineluttabile crisi del commercio, da cui difficilmente il nostro paese si riprenderà. Come ha spiegato molto bene un artigiano di Monza intervistato da Canale 5, con l'attuale tassazione, i costi delle materie prime, gli affitti dei magazzini altissimi e le utenze alle stelle, oggi il titolare di un'attività lotta per mantenere in vita il suo negozio. Nonostante, in tanti casi, il lavoro non manchi. Ma gli incassi, spesso, bastano a malapena a coprire le spese di gestione. Motivo per cui, la scelta di chiudere diventa l'unica via percorribile.
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