Bari incidente Sara Grimaldi

Bari, sua figlia morì in un incidente stradale: "Nessuno mi ridarà la mia Sara, ma almeno sia fatta giustizia"

Bari, l'incidente stradale che uccise Sara Grimaldi, Elisa Buonsante e Michele Traetta

E' una lettera straziante quella scritta da Anna Mideja, mamma di Sara Grimaldi, una delle vittime di un terribile incidente stradale avvenuto l’11 dicembre 2022 sulla Statale 96 a Modugno, alle porte di Bari. Insieme a Sara, 19 anni, morirono sul colpo Elisa Buonsante, 25 anni, e Michele Traetta, di 21. Le vittime si trovavano a bordo della Mini One guidata dall'allora 29enne Gaetano Caputi, indicato come responsabile del sinistro che ha causato la morte dei tre giovani, e il ferimento di un quarto passeggero, sopravvissuto insieme allo stesso Caputi.

Un vero e proprio appello ai giudici quello formulato da Mideja, assistita da Studio3A-Valore S.p.A. Le indagini preliminari si sono concluse: lunedì 20 maggio si terrà l'udienza preliminare del processo a carico dell’automobilista. Il pm della Procura di Bari, Manfredi Dini Ciacci, ha chiesto per lui il rinvio a giudizio per il reato di omicidio stradale. Pesanti le violazioni delle norme sulla circolazione stradale operate, e che avrebbero portato poi allo schianto fatale. Tra queste, l’eccesso di velocità (più del doppio di quella consentita), lesioni personali stradali gravissime.

Bari, l'incidente in cui morirono tre ragazzi: l'appello delle famiglie delle vittime

L'auto procedeva sulla corsia di sorpasso in direzione Altamura. Le macchine che la precedevano stavano rallentando per consentire l’immissione in sicurezza nella carreggiata di un pullman che proveniva da una stazione di servizio. Il veicolo procedeva  a 120 chilometri orari lì dove il limite massimo era fissato in 50 km/h. Prima effettua un sorpasso a destra e poi, a seguito di tale manovra e della velocità eccessiva, trovando la corsia ostruita dal pullman, anziché arrestare la marcia, effettua un ulteriore sorpasso. Finendo, così, per schiantarsi contro lo stesso autobus. Questo quanto scritto nella sua richiesta di processo il Sostituto Procuratore.

Per la collisione, la Mini One è stata sbalzata contro un muro di cemento armato posto a circa 30 metri di distanza. Michele Traetta, seduto sul sedile posteriore destro, è deceduto sul colpo. Elisa Buonsante, seduta sul sedile del passeggero anteriore, e Sara Grimaldi, che si trovava sul sedile posteriore centrale, sono spirate subito dopo il loro trasporto all’ospedale. Troppo gravi le lesioni riportate.

Le famiglie delle vittime ora chiedono una giustizia esemplare.

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La lettera della mamma di Sara

L’11 dicembre 2022 è la data in cui è stata spezzata la vita di mia figlia Sara, di soli 19 anni, di Michele Traetta di 21 anni e della loro amica Elisa di 25 anni. Tutti e tre si erano affidati al loro amico, un uomo di 29 anni in procinto di diventare papà, unico patentato, per visitare i mercatini di Natale di Conversano: lui, invece, li ha uccisi con la sua guida scellerata. Sara, fin da bambina, si è presa cura dei suoi fratelli perché li amava e adorava tutti i bambini, tanto che veniva spesso nella scuola dell’infanzia in cui lavoro. [...].

Era una ragazza dolce, comprensiva, disponibile e determinata. Aveva ricevuto il foglio rosa per la patente di guida, ma non guidava auto se non in mia presenza o dell’istruttore di guida. Studiava per diventare un agente della Polizia Locale. Lei, però, non diventerà mai mamma, mai agente della polizia locale. Tutti i suoi progetti per diventare una futura, brava donna inserita nella società sono stati spezzati. Con lei, siamo morti anche noi, genitori e fratelli".

"Nessun genitore deve trovarsi a scegliere il loculo per la figlia"

"Le nostre vite sono state sconvolte completamente, stravolte dagli accadimenti. Continuiamo a sopravvivere a questa immane tragedia perché, grazie anche al percorso psicologico, abbiamo deciso di porci degli obiettivi: per noi genitori l’obiettivo è dare Giustizia a Sara e continuare a sostenere i nostri figli che non hanno più un importante punto di riferimento [...]. Il percorso psicologico è stato fondamentale perché, subito dopo la tragedia, ci sentivamo estranei in casa. Ognuno rinchiuso nel proprio dolore, si soffriva in silenzio, si evitava di parlare con gli altri membri della famiglia per tutelare l’altro. Nessuno può comprendere il dolore che portiamo dentro e che porteremo per sempre con noi. [...].

Anche semplici cose che tutti facciano quotidianamente e superficialmente, come fare la spesa alimentare o girare per negozi di abbigliamento, in me genera un magone in gola, un soffocare il pianto, perché in quei momenti lei c’era sempre, era accanto a me. Ora sono sola, come soli si sentono i suoi fratelli. Nessun genitore, al posto di scegliere un cellulare da regalare alla propria adorata figlia per il Natale, deve trovarsi a scegliere il loculo per la figlia. Nessun genitore dovrebbe andare “a visitare” la figlia al cimitero anziché a casa sua per darle un sostegno con le faccende domestiche o i figli. [...]. Non potete riconsegnarmi la mia adorata figlia Sara, ma almeno garantitemi una giustizia che infligga una pena severa, corrispondente al dolore prodotto, che serva da deterrente perché non ci siano altre Sara, altri Michele, altre giovani vite stroncate in malo modo da driver sconsiderati. Fatelo per tanti giovani che potrebbero salvarsi”.

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