Strage di Altavilla Milicia, la vicina di casa a Ore 14: "Quella volta che Barreca era venuto a prendere il divano da casa mia. Disse che era pieno di demoni"
Uno dei casi di cronaca nera più spaventosi degli ultimi anni quella che dai media è stata appellata come strage di Altavilla Milicia, dal nome del comune siciliano in cui si è consumata. Parliamo del plurimo omicidio familiare avvenuto all'interno di una villetta: a morire, per mano di un presunto gruppo di fanatici religiosi, tre persone, Antonella Salamone e i suoi due figli Kevin, 15 anni e Emmanuel, 5. Tutti e tre sono stati uccisi al termine di atroci sevizie, subite nella casa in cui vivevano. La donna sarebbe stata uccisa a colpi di pentola. Il suo corpo, poi, avvolto in uno spesso piumone, dato alle fiamme nel terreno prospiciente la villa. I due figli, sono stati legati mani e piedi, ustionati con un phon. E, a loro volta colpiti con vari oggetti, sono, infine, anche loro andati incontro ad una agghiacciante morte.
Le sevizie
Indagati, per questo orribile delitto, sono Giovanni Barreca, marito padre delle vittime, e una coppia di amici a quanto pare molto vicina alla famiglia Barreca, e cioè Massimo Carandente e Sabrina Fina. In questa bruttissima storia c’è anche un’altra protagonista: la terza figlia della coppia formata da Antonella Salamone e Giuseppe Barreca. Si tratta di una 17enne, il cui ruolo nella strage è ancora da chiarire. In un primo momento si è supposto che abbia anche lei partecipato alle sevizie. Ora, invece, è emerso che Barreca, Fina e Carandente sarebbero stati intenzionati ad uccidere anche lei. Ma, in preda a un delirio religioso, i presunti killer avrebbero cambiato idea, convinti che la bufera di vento che in quegli istanti soffiava all’esterno, fosse una sorta di segnale dei demoni, contrari all’uccisione dalla giovane.
La redazione di Ore 14, trasmissione di Rai 2 condotta dal giornalista Milo Infante, ha intervistato due vicine di casa della coppia, che hanno rilasciato un’agghiacciante testimonianza.
Strage di Altavilla Milicia, il divano della vicina "pieno di demoni"
“Avevo un divano da togliere, qui a casa mia. Lui (Giovanni, ndr) era venuto per portarlo via, ma quando ha sollevato un po’ il cuscino, mi ha detto: “Sorella, io non posso toglierlo, perché il tuo divano è pieno di demoni”". A questo punto dell’intervista la signora scoppia a ridere, al ricordo di quella risposta che le era sembrata tanto assurda. “Si era fissato, mi diceva: “Io non posso venire a prenderlo questo divano””.
L’altra vicina di casa ricorda invece Kevin, il povero figlioletto della coppia seviziato e ucciso. Un bambino vivace, che per questo “dicevano che lui era il demone”.
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