Strage di Altavilla Milicia, i coniugi accusati del triplice omicidio "pregano il Signore" durante i colloqui in carcere

Strage di Altavilla Milicia, i due coniugi Massimo Carandente e Sabrina Fina

La trasmissione di Rai 2, Ore 14, è riuscita a intercettare Salvatore Cusumano, avvocato difensore di Massimo Carandente e Sabrina Fina, i due coniugi accusati di aver preso parte a quella dalla cronaca appellata come strage di Altavilla Milicia, dal nome della cittadina siciliana in cui si è consumata. Parliamo dell'omicidio di una donna, Antonella Salamone, e dei due figli di 17 e 4 anni, Kevin e Emanuel. Accusati delle morti di madre e figli, il marito e padre delle vittime, Giovanni Barreca. Indagata anche la figlia 19enne della coppia, in un primo momento ritenuta estranea ai fatti.

Ho avuto modo di vedere entrambi e di ricostruire i fatti. Si dichiarano innocenti, in riferimento ai capi di imputazione oggi contestati. Hanno manifestato la volontà di essere sentiti dai giudici per ricostruire i fatti, che non sono quelli raccontati dai Barreca", dice l'avvocato Cusumano. "Il loro racconto non collima con le ricostruzioni di Barreca, mentre quello di marito e moglie coincide. Dicono di non aver mai partecipato né in concorso né morale né amatoriale agli omicidi dei tre. Hanno urlato con forza la loro totale estraneità ai fatti".

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L'avvocato Cusumano (a sinistra) intervistato a Ore 14 (a destra, il giornalista e conduttore Milo Infante)


Strage di Altavilla Milicia, l'avvocato di Carandente e Fina parla a Ore 14: "Hanno pregato durante il colloquio con il difensore: sperano di uscire dal carcere quanto prima"

Cusumano, poi, sollecitato da Milo Infante, giornalista e conduttore di Ore 14, racconta anche alcune sue impressioni personali sui suoi clienti. "Li ho visti realmente provati da un mese di carcere: attualmente entrambi sono in isolamento". Carandente, fa sapere poi il legale, si trova attualmente in degenza dopo aver avvertito un malore nei giorni scorsi, presso il carcere Pagliarelli di Palermo, in cui è rinchiuso in attesa che la Procura ascolti lui e la compagna. Entrambi sperano di uscire presto dal carcere. "Sicuro collocheranno la loro presenza in quell’arco temporale e poi risponderanno della loro condotta, che non è omicidiale", specifica l'avvocato. In poche parole i due coniugi sarebbero stati presenti nella villetta in cui si è consumata la strage, senza, però, aver preso parte agli omicidi.

"Sono due persone pacate, molto credenti, di fede evangelista. Hanno pregato il Signore durante il colloquio con il difensore. Il signor Carandente è un uomo alto 1 metro e 70 cm con diverse patologie: mi viene difficile immaginarlo a prendere parte a sevizie e torture. Anche fisicamente, non ha nemmeno la possibilità di percuotere qualcuno", dice Cusumano.

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