Mamma e figlia uccise a Cisterna di Latina, dalle dichiarazioni della giovane sopravvissuta le parole dell'assassino: "Esci, non ti faccio niente"
All'indomani dell'ennesimo femminicidio, anzi del duplice femminicidio avvenuto in Italia, rabbia e sgomento, ancora una volta, sono i sentimenti che prevalgono. È una domanda su tutte: come fare ad arginare la violenza che dilaga contro le donne? Nicoletta Zomparelli, 49 anni, è stata uccisa insieme a sua figlia Renée Amato, 19enne, da Cristian Sodano, 27nne maresciallo della Guardia di Finanza, ex fidanzato di Desirée, la seconda figlia della donna. Per difendere la quale, sono morte.
Sodano, dopo aver scoperto che la storia con Desirée era finita, sarebbe andato nella sua auto a recuperare la sua pistola di servizio, con la quale avrebbe poi aperto il fuoco contro le due donne. La prima ad essere colpita sarebbe stata Renée, freddata poi dai proiettili Nicoletta. Il vero obiettivo di Sodano sarebbe stata la sua ex fidanzata Desirée, la quale, sentendo i colpi di pistola, è scappata via. Chiudendosi dapprima in bagno, poi scappando nella stanza della sorella e, infine, fuggendo tramite la finestra nella legnaia lì vicino. Dove il fidanzato l'ha raggiunta, non riuscendo però a trovarla, e dicendole: "Esci, non ti faccio niente". La giovane è poi riuscita a scappare dal vicino benzinaio, mettendosi in salvo.
A La Vita in Diretta, l'intervista al nonno della giovane, il padre di Nicoletta Zomparelli.
Mamma e figlia uccise, parla nonno Giovanni: "Il tatuaggio con l'iniziale di mia nipote"
"Era stato accolto in famiglia come un figlio: giocavamo a biliardino insieme. Mai avrei pensato che era un delinquente, un assassino. Mi sembrava un ragazzo normale, ma chi lo sapeva dentro che cosa c'aveva. Sono stati in vacanza poco fa, dieci giorni fa sono tornati da Cuba. Sono andati tutti in vacanza: mia figlia, il marito, questo ragazzo, Desirée e Renée. Volevano portare anche me, ma non ci sono andato. Già durante la vacanza ci sono stati dei disaccordi: Desirée aveva già l'idea di troncare il rapporto. La mamma le aveva detto: "Adesso andiamo, abbiamo fatto i biglietti. Quando torniamo si vedrà, con calma ragioni e vedrai come andranno a finire le cose". Sono tornati ed è successo quello che è successo", dice nonno Giovanni a La Vita in Diretta, su Rai 1.
"Se quello non aveva la pistola, non credo che mia figlia si faceva ammazzare così". L'uomo mostra poi alle telecamere un tatuaggio sul braccio: "Questa è l'iniziale del nome di Renèe, così come lei aveva la mia iniziale, 'G' di Giovanni. Non è giusto che questi vanno in giro con la pistola: questa è una cosa sbagliata proprio. Poteva prendere un coltello, ma uno si può difendere. Ma così, come ti difendi? Mia figlia ha sentito il colpo che ha ammazzato Renèe, è arrivata scendendo le scale e lui l'ha freddata. Non ha avuto scampo".
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