La protesta degli agricoltori è arrivata al Parlamento Europeo di Bruxelles: scontri e tensioni tra manifestanti e forze dell'ordine.
Un colpo d'occhio di un'imponenza che difficilmente si dimentica: centinaia di trattori che avanzano per le strade di Bruxelles, in Belgio, diretti verso la sede del Parlamento Europeo. Queste scene sono un segno tangibile di un settore agricolo in ebollizione. Questi agricoltori, provenienti da ogni angolo d'Europa, non sono solo venuti per esprimere il loro disappunto, ma per far sentire la loro voce contro decisioni politiche che ritengono limitanti e ingiuste.
La Politica Agricola Comune (PAC) e il Green Deal europeo, due temi caldi e controversi, sono al centro delle loro rivendicazioni. Ma cosa si nasconde dietro queste proteste? Una richiesta di attenzione o l'inizio di un cambiamento più profondo?
🇧🇪🇪🇺 | Manifestations et incendies devant le Parlement européen alors que les chefs d'État et des gouvernement se réunissent au sommet de l'UE à #Bruxelles .#AgriculteursEnColeres #Rungis #blocageDeParis #BlocusDeParis#BlocusRungis #Bruxelles #belgique #GreveGenerale #Europe pic.twitter.com/7pce9tA2Ac
— ★ Info Live Direct ★ (@infolivedirect) February 1, 2024
Gli agricoltori europei a Bruxelles: i motivi della protesta
Place de Luxembourg, davanti al Parlamento Europeo, il cuore della protesta, trasformandosi nel teatro di scontri. La tensione sale: petardi, roghi e l'abbattimento di una scultura storica risalente al 1872 da parte degli agricoltori infuriati. I rappresentati del comparto agricolo europeo sono contrari al rinnovo della PAC. Questa politica agricola prevede che gli agricoltori per accedere agli aiuti comunitari devono lasciare una parte del terreno a riposo. Una misura imposta per rendere il settore agricolo più sostenibile che però non ha soddisfatto gli agricoltori. Le proteste sono scappiate nelle scorse settimane in diversi Paesi europei. In Francia hanno raggiunto dimensioni importanti, paralizzando le principali arterie del Paese. Anche in Italia, negli ultimi giorni, molti agricoltori si sono uniti alla protesta. Basta diktat europei, tutela delle eccellenze italiane, no alla carne sintetica e alla farina di insetti, stop all'Irpef sui terreni agricoli e all'assicurazione obbligatoria per i mezzi in disuso.
Queste sono alcune delle richieste dei nostri agricoltori che non hanno alcuna intenzione di fermare la protesta. Una protesta che, però, rischia di sfociare in episodi violenti come quelli che abbiamo visto questa mattina a Bruxelles, dove la polizia è stata costretta a usare idranti per fermare la furia e la rabbia degli agricoltori. In Italia, al momento, le proteste sono state pacifiche. Gli agricoltori hanno provato a bloccare alcune arterie e snodi importanti per la viabilità nazionale, ma hanno anche saputo rispettare il lavoro delle forze dell'ordine. "Popoli d'Europa, dite 'no' al despotismo", è il messaggio che i manifestanti hanno esposto su una statua a Bruxelles. Dal canto suo, Ursula Von Der Leyen, presidente della Commssione europea, si è dichiarata disposta a dialogare con i manifestanti per raggiungere "il giusto equilibrio tra la risposta alle loro esigenze e la continua fornitura di beni pubblici ai nostri cittadini".
🇧🇪🇪🇺 𝗙𝗟𝗔𝗦𝗛 : Manifestation des agriculteurs devant le Parlement Européen à Bruxelles ce matin.
Pour rester informé, suivez @les_spectateurs
pic.twitter.com/kSseDlH1TH— Les Spectateurs (@les_spectateurs) February 1, 2024