Perizia psichiatrica, il caso di Alessia Pifferi: "Non sapeva in che anno fosse morta la piccola Diana"

Non si esclude la perizia psichiatrica per Filippo Turetta, l'assassino di Giulia Cecchettin. Un altro eclatante caso in cui è stata richiesta tale procedura è quello di Alessia Pifferi, mamma della piccola Diana, morta di stenti per essere rimasta sola 6 giorni nella sua casa di Milano. Ne abbiamo parlato con l'avvocato Alessia Pontenani

Perizia psichiatrica: se ne torna a parlare in Italia, come, in realtà, accade ad ogni eclatante caso di cronaca. Una procedura richiesta, di solito, dagli avvocati difensori di una persona accusata di un grave reato (quasi sempre omicidio volontario, con l'aggravante della premeditazione). Spesso una sorta di scorciatoia per i legali, che provano, così, a giocarsi la carta dell'infermità mentale per ottenere un importante sconto di pena. Se ne torna a parlare in occasione del caso di nera del momento, quello dell'omicidio di Giulia Cecchettin ad opera del suo ex fidanzato Filippo Turetta. Per quest'ultimo è già spuntata l'ipotesi perizia psichiatrica: ad annunciare che la richiesta sarà inoltrata, il legale della famiglia Turetta, Emanuele Compagno.

Una notizia che, per chi segue le vicende giudiziarie, in fondo non stupisce. Piuttosto prevedibile, soprattutto in un caso come questo, in cui la colpevolezza sembra palese, e per gli avvocati del 22enne sarà complicato trovare elementi importanti su cui fondare l'impianto difensivo.
Un caso completamente diverso, ma in cui la perizia psichiatrica può giocare un ruolo decisivo, è quello di Alessia Pifferi, accusata dell'omicidio di sua figlia Diana, morta per disidratazione a due anni nella sua culla. La piccola era stata lasciata da sola, in un appartamento torrido di Milano, per sei lunghi giorni, morendo, infine, di stenti.

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La piccola Diana, figlia di Alessia Pifferi

 

Alessia Pifferi, la nuova perizia psichiatrica sarà decisiva 

L'ultima udienza del processo in cui Pifferi è imputata, ha fatto discutere per i toni severi del pm. Il quale ha chiesto che non venisse considerata la perizia effettuata, sull'imputata, dalle dottoresse del carcere di San Vittore in cui la donna è rinchiusa da ormai oltre un anno. A giorni su Alessia Pifferi sarà effettuata una nuova perizia, che potrà essere decisiva in vista della sentenza. Il prossimo 4 marzo sarà poi depositata e se ne discuterà in aula.

Sicura dell'infermità mentale della sua assistita è Alessia Pontenani, avvocato difensore di Alessia Pifferi. Che ci racconta un aneddoto: "Parlandole, ci si rende conto che, poverina, non arriva a comprendere tante cose. Le faccio un esempio: abbiamo dovuto scrivere una missiva, e lei non sapeva che il mese di luglio fosse il settimo mese dell’anno. E in più, di recente non si ricordava in che anno fosse morta la figlia. Questo dipende dal fatto che ha un basso quoziente intellettivo"

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