Cosa significa chiedere sempre scusa nei rapporti o durante le conversazioni, secondo la psicologia.
Domandare perdono, quando necessario, è uno dei segni più chiari di consapevolezza emotiva. Significa riconoscere una mancanza, assumersene la responsabilità e dimostrare empatia per il disagio causato. Ma quando il “mi dispiace” diventa un mantra quotidiano, anche in assenza di colpe reali, la psicologia invita a fermarsi e riflettere: cosa si cela dietro questa abitudine?
Secondo il parere del noto psicologo clinico spagnolo Fernando Azor, chi si scusa in modo ripetitivo e compulsivo tende ad avere una percezione distorta della propria identità. Spesso queste persone credono, anche inconsciamente, di essere in qualche modo la causa di ogni piccolo contrattempo o tensione nell’ambiente circostante. Vivono con l’idea, radicata nel profondo, che il loro semplice esistere possa rappresentare un fastidio.
Cosa significa chiedere sempre scusa: la risposta della psicologia
Alla base di questa dinamica si nasconde quasi sempre una fragilità interiore. Chi si scusa di continuo, anche senza motivo, è spesso alla ricerca dell’approvazione altrui. Ha imparato, magari fin da piccolo, che per essere accettato doveva piacere a tutti, evitare ogni conflitto e prendersi carico del malessere degli altri. Questa strategia, apparentemente diplomatica, può però avere conseguenze importanti sul piano dell’autostima. A furia di ridimensionare se stessi, si finisce per credere che le proprie emozioni, esigenze o idee valgano meno di quelle altrui. Il risultato? Un vissuto emotivo appiattito, dominato dalla convinzione di dover chiedere sempre il permesso, o peggio ancora, scusarsi per esistere. Uno studio pubblicato su Personality and Social Psychology Bulletin nel 2019, ha rivelato che le donne tendono a scusarsi più degli uomini. Questo soprattutto per una soglia più bassa nella percezione di aver arrecato un disturbo.

Chiedere scusa, in sé, non è certo un errore. È un atto di rispetto, di gentilezza. Ma quando diventa un automatismo, una risposta predefinita a ogni situazione sociale, perde il suo significato autentico e rischia di diventare un sintomo. Un modo per mascherare l’insicurezza, per disinnescare possibili tensioni prima ancora che si verifichino, o per evitare qualsiasi forma di giudizio. Spesso alla base c’è un senso di colpa costante e irrazionale. Alcune persone sentono sulle spalle il peso di responsabilità che in realtà non appartengono loro. Basta un piccolo malinteso, un’espressione ambigua, un momento di silenzio, per attivare quel meccanismo interiore che le spinge a scusarsi. Come se fossero sempre in debito con il mondo.
Un’eredità emotiva difficile da scrollarsi di dosso
Il senso di colpa cronico può derivare da un’educazione molto rigida, in cui si è interiorizzato il messaggio che ogni errore o malumore altrui fosse in qualche modo colpa propria. Chi cresce con questa idea fatica a distinguere tra colpe reali e percezioni distorte. E così, nella vita adulta, continua a chiedere scusa in modo automatico, senza chiedersi se sia davvero necessario. Questo comportamento non solo non favorisce relazioni sane, ma spesso le compromette. Le persone che si scusano sempre danno l’impressione di non avere fiducia nel proprio pensiero, nel proprio giudizio o nei propri diritti.
Chiedere scusa per aver espresso un’opinione, per aver chiesto un favore o per aver semplicemente affermato qualcosa di vero e legittimo, può infatti minare profondamente la propria autorevolezza. Per interrompere questo circolo vizioso serve un lavoro profondo su di sé. Il primo passo è distinguere quando è davvero opportuno chiedere perdono e quando, invece, non c’è alcuna ragione per farlo. Non è necessario scusarsi se si ha bisogno di aiuto. Non è una colpa avere ragione, né tanto meno condividere un punto di vista in modo rispettoso.
Prendere consapevolezza delle proprie convinzioni che possono qualche volta risultare 'limitanti' è fondamentale. Quelle frasi interiori del tipo “sto disturbando”, “non avrei dovuto”, “è meglio se mi scuso” vanno identificate e messe in discussione. Solo così si può costruire un nuovo modo di stare nel mondo, più sano e autentico. Per molte persone, la psicoterapia può rappresentare uno strumento prezioso. Lavorare con un professionista consente di esplorare le origini di questo bisogno compulsivo di scusarsi e di imparare a mettere dei confini. Significa anche dare dignità ai propri desideri, alla propria voce e alla propria presenza.