Riceviamo e pubblichiamo la lettera di un nostro lettore, che ci racconta la sua ultima esperienza lavorativa: prospettive di carriera incerte, in un mondo sempre più competitivo. Dal Lazio, il colloquio di lavoro da dimenticare
Tuttonotizie riceve con una certa frequenza le lettere di voi lettori, a cui va il nostro sentito grazie, inerenti le tematiche più svariate. Dagli aumenti delle utenze alla crisi del commercio, passando per le denunce di degrado e inciviltà da Nord a Sud. Molte email che ci arrivano riguardano, in particolare, il mondo del lavoro: uomini e donne di tutte le età, che ci scrivono per raccontarci delle loro più recenti esperienze professionali, quasi sempre negative. Oggi pubblichiamo un'email che ci è arrivata dalla provincia di Frosinone, da parte di un lettore che ci chiede di restare anonimo, e che per questo chiameremo Tony.
Riportiamo integralmente la sua testimonianza.
Lazio, va al colloquio di lavoro: l'azienda gli offre l'equivalente di un rimborso spese. "Solo così possiamo testarti"
"Mi chiamo Tony e ho 28 anni. Lavoro come content strategist, ma al momento sono disoccupato. Mi sono, infatti, licenziato dall'azienda presso cui ero impiegato, per i turni di lavoro troppo stressanti e per un ambiente in ufficio a mio parere 'tossico'. Ora vado avanti in proprio: ci sono diversi clienti con cui ho tessuto una fruttuosa relazione, che mi interpellano come consulente esterno. L'altra settimana, però, mi è capitato di svolgere un colloquio di lavoro che mi ha lasciato davvero esterrefatto".
Il colloquio di lavoro in questione, continua Tony, prosegue bene, fin quando il responsabile delle risorse umane non comunica al candidato la paga che gli sarebbe spettata per i primi due mesi di lavoro. "Era andato tutto per il verso giusto, quando lui mi fa: "Ho bisogno solo di farti un'ultima domanda: mi sembra di capire che hai grande esperienza nel tuo settore, ma, devo esserti onesto, di profili come il tuo ne abbiamo selezionati tanti. Tutte persone preparate, ma in pochi sono disposti a soddisfare un'esigenza per noi fondamentale", mi dice. In buona sostanza, mi chiede, con ampi giri di parole, se ero disposto a lavorare per 200 euro al mese per i primi due mesi. Il motivo? "Solo così possiamo testare la tua capacità di lavorare sotto stress". Io chiaramente rispondo che sì, voglio lavorare, ma senza compenso non ci penso proprio. Lui allora mi liquida in due parole: mi ringrazia del mio tempo e mi dice la canonica frase "Le faremo sapere"".
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