Aggiornamenti sullo stato di salute di Alessia Pifferi: la donna, condannata all'ergastolo per la morte della figlia Diana, ha smesso di mangiare
“Sapevo che si voleva spegnere: me l’aveva già detto ieri ma non sapevo che lo avrebbe fatto. Evidentemente ha deciso di farlo”. Alessia Pontenani, avvocato difensore di Alessia Pifferi, conferma a Tuttonotizie l'indiscrezione secondo cui la sua cliente si starebbe lasciando andare. Pifferi è stata condannata all'ergastolo per la morte della figlioletta Diana, deceduta dopo essere stata abbandonata per sei giorni. La piccola, sola in casa senza acqua né cibo, è morta di stenti.
Avvocato Pontenani, avrà dei confronti con Pifferi nei prossimi giorni?
Sì, certo. Ci vado sempre, anche perché sono l’unica persona che vede: ero lì anche ieri. Le ho detto che le avrei trovato delle scarpe. Di solito mi diceva di sì, adesso invece mi ha detto: “Non mi interessa”. Ecco, questo mi è sembrato strano. E ieri era anche struccata: non fa che piangere, poverina. Come se si fosse finalmente resa conto di che cosa è successo.
Al momento della condanna sembrava non aver capito cosa i giudici avessero deciso.
Sì, esatto, ma tutti dicono che è rimasta impassibile quando ha sentito la parola ‘ergastolo’, a conclusione di due minuti in cui si snocciolavano numeri di articoli e codici. L’ha capito dopo.
Alessia Pifferi, l'avvocato Pontenani a Tuttonotizie: "Indagini a senso unico"
Mi ha colpito la testimonianza del farmacista: è uscita solo adesso
Sì, e chi l’aveva mai sentito il farmacista le indagini purtroppo sono andate giustamente a senso unico. C’era già il colpevole, e nessuno si è preoccupato di capire questa donna come stava. Ci si è basati esclusivamente sulle dichiarazioni della famiglia che aveva tutto l’interesse a dire che stava bene, benissimo, e che semplicemente non aveva voglia di studiare.
Qual è il prossimo step?
L’appello, che scade il 26 ottobre, se rispettano i tempi di deposito dei 90 giorni. Secondo me, tra dicembre e gennaio abbiamo l’udienza. Avevo già chiesto l’autorizzazione per far entrare Alessandra Bramante in carcere, la psicologa mia consulente che è venuta in cella di sicurezza, e che è venuta dopo la sentenza per consolarla. Alessia ora ha bisogno di parlare con una professionista. Quando mi hanno detto che si voleva spegnere, ho chiesto l’autorizzazione per Bramante: sto aspettando che me la diano.
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