Truffe online, intervista a Carlo Garofolini, presidente Adico (Associazione Difesa Consumatori)
Parliamo di truffe online, le mille tipologie, i trucchetti e le trappole architettate dai malfattori sempre in agguato. Come riconoscerle e, soprattutto, come difenderci? Lo abbiamo chiesto a Carlo Garofolini, presidente Adico, Associazione Difesa dei Consumatori.
Quali sono le truffe online più diffuse?
Ce ne sono di svariate: dalla persona che si presenta a casa tua dicendoti di dover prendere le misure di un catalogo, proponendoti poi di firmare la presa visione, in cambio di buoni sconto qualora tu decida di acquistare qualcosa. E poi ti arriva il corriere con 15mila euro di mobili sotto casa da pagare. L’altro giorno ci ha contattato un cittadino che aveva fatto un preventivo su un sito di assicurazioni online, e si è trovato a dover effettuare un pagamento non previsto. Poi c’è la truffa “papà ha perso il cellulare, se puoi richiamare a questo numero”. O l’sms in cui ti comunicano che hanno ravvisato un tentativo di truffa sul tuo conto bancario: “Inserisca questo codice di verifica”, e ti svuotano il conto con un click, dall’oggi al domani. Truffa che ha colpito molto Intesa San Paolo.
Cosa succede in questi casi?
Sei fregato: la banca tende a respingere la restituzione dei soldi, ma resta comunque responsabile del denaro. Al massimo si trova un accordo tra le due parti, che però è solo un recupero della somma persa. Di solito, tra il 60 e il 70% della somma si recupera, ma una buona parte la perdi. Parliamo, spesso, anche di decine di migliaia di euro: persone che hanno risparmiato una vita, e che con un click si trovano senza un euro. Poi c’è tutta un’altra serie di truffe meno significative dal punto di vista economico, che però immancabilmente avvengono, soprattutto nel mondo delle compravendite, della prenotazione delle vacanze. Ora che entriamo nel periodo pasquale, le persone prenotano strutture, case di residenza e viaggi, e spesso restano truffati.
Truffe online, il presidente Adico, Carlo Garofolini a Tuttonotizie: "Impariamo a essere diffidenti"
Come facciamo a difenderci da questi professionisti?
Purtroppo l’utenza non è così preparata e avvezza all’utilizzo di strumenti tecnologici. Pensiamo all’anziano che si è dovuto fare WhatsApp per poter interagire col nipotino, o a chi ha aperto un profilo Facebook per vedere le foto che condivide il figlio. Non tutti capiscono come distinguere, ad esempio, un sito sicuro da uno che non lo è. E questo accade perché non siamo tutti esperti di cyber security. Ma dobbiamo pensare a internet come a uno strumento di confronto e paragone, o a uno strumento di ricerca. Poi, fatte le nostre ricerche, assicuriamoci di fare i pagamenti in modo sicuro. Ci sono dei siti sicuri, ma ce ne sono altri che lo sono meno, ma si presentano tali. Impariamo ad essere diffidenti.
LEGGI ANCHE >>> Truffe via smartphone, avvocato avvisa: "Come fanno ad ascoltarci e a ottenere i nostri dati: proteggetevi così"