Era stata contattata per un tirocinio, ma alla sua richiesta di maggiori spiegazioni l'agente risponde in maniera sgarbata
Chi cerca lavoro deve, suo malgrado, prepararsi a ricevere porte in faccia e piccole-grandi delusioni. Un'attività a tempo pieno, quella del candidato, pronto a inviare il suo curriculum vitae anche sulla Luna, pur di ricevere risposta dalle aziende. Un mondo spesso ostile, pieno di insidie e, talvolta, addirittura truffe (un caso da noi intercettato raccontato in questo articolo).
Una rubrica molto amata dai nostri lettori è proprio quella legata alle esperienze in ambito lavorativo, che raccontiamo per offrire una finestra sul mondo del lavoro, e sulle varie crisi che lo attraversano.
Una rubrica molto amata dai nostri lettori è proprio quella legata alle esperienze in ambito lavorativo, che raccontiamo per offrire una finestra sul mondo del lavoro, e sulle varie crisi che lo attraversano.
Una delle ultime storie che abbiamo scovato sul web, è quella di un'aspirante lavoratrice, che ha raccontato, su uno dei gruppi Facebook di confronto e suggerimento, la sua recente esperienza a contatto con un fantomatico agente, incaricato da un'azienda nella ricerca di personale. Lo scambio di email tra i due si conclude in maniera piuttosto infelice.
Tirocinio, candidata fa una domanda: la reazione dell'azienda è esagerata
Di seguito, la testimonianza della protagonista della vicenda. "Mi contatta una persona che sostiene di aver avuto il mio CV dal centro per l'impiego, e mi propone un tirocinio (anche se non avrei più l'età, ma vabbè) nel suo ufficio, per una famosa azienda di cui non faccio il nome, ma per cui lui "sarebbe" un agente. Gli faccio presente che ho problemi di mobilità, quindi vorrei sapere dove si trova l'ufficio e che orari sono previsti, ventilando, inoltre, la possibilità di smartworking. Risponde con indirizzo interessante e nelle vicinanze, orario part-time. Gli rispondo che mi potrebbe interessare, e chiedo se si tratti di un inbound o un outbound". Insomma, la candidata pone domande più che lecite sul lavoro per il quale le è stato proposto un colloquio conoscitivo.
La risposta del recruiter, però, è oltremodo sconveniente: "Buongiorno, questo continuo scambi di mail non mi piace per niente. La ringrazio per la cortesia".
La candidata ci resta, giustamente, malissimo dinanzi a questa risposta tanto sgarbata. "Ti ho chiesto un dettaglio sul lavoro per cui volevi propormi un colloquio, non è che ti ho fatto pelo e contropelo. Volevo capire se quel tipo di mansione può essere qualcosa di cui ho già esperienza o meno. E tu reagisci così. Due dubbi me li fai sorgere. Poi magari sei la persona più seria del mondo, ma uno scatto simile di fronte a una semplice domanda non lo capisco. Poteva anche cavarsela con un più sottile "Ne parleremo in fase di colloquio, le va bene il giorno X", come fanno i porta a porta".