Supermercati, l'avvocato Massimiliano Dona mette in guardia i consumatori: attenzione alla spesa, tanti prodotti presentano queste caratteristiche
Vi è mai capitato di sentirvi 'imbrogliati' dopo un acquisto? Quello snack che sembra magicamente rimpicciolito, eppure il prezzo è rimasto lo stesso, o quella confezione di patatine piena a metà, ma dal costo pieno. Benvenuti nel mondo della shrinkflation, un fenomeno subdolo che sta incidendo silenziosamente sul potere d'acquisto dei consumatori. Un termine inglese un po' difficile, che nasce dall'unione di due parole. Ossia shrink, che significa 'restringere', e inflation, ovvero 'inflazione'. Funziona così: le aziende continuano a produrre i propri prodotti ma, per non alzare i prezzi, riducono le dimensioni.
Tutto sembra essersi rimpicciolito, con tanti marchi che presentano packaging (ovvero l'involucro del prodotto, la sua facciata) studiati così ad arte, da rendere irriconoscibile il cambiamento importante che c'è stato. Confezioni di cracker che contengono 12 pacchetti di salatini anziché 16, con la confezione esterna magari intatta, e l'informazione relativa al prodotto che contiene, scritta in piccolo. Tanti trucchetti usati dalle aziende per continuare a conservare la faccia e vendere, mentre il consumatore viene, così, di fatto, ingannato.
Un argomento annoso, su cui gli italiani oggi sono molto più preparati rispetto a un paio d'anni fa, quando si iniziarono a registrare i primi segni del suo avvento. Colpa dell'inflazione e degli aumenti dei costi di produzione: la shrinkflation permette ai produttori di trasferire in modo quasi invisibile i costi aggiuntivi al consumatore, senza aumentare direttamente il prezzo di vendita.
Supermercati, avvocato mette in guardia i consumatori sulla shrinkflation: "Ho già denunciato alla Camera"
Le aziende ricorrono a questa strategia perché è meno evidente e meno propensa a scatenare reazioni negative rispetto a un aumento di prezzo frontale. Inoltre, in un'era di attenzione ridotta, molti consumatori non notano la differenza nelle dimensioni, concentrandosi esclusivamente sul prezzo. Questo fenomeno non riguarda solo alimenti e bevande, ma si estende a prodotti di uso quotidiano come carta igienica, detersivi, e persino dentifricio. Questa pratica non solo inganna la percezione del consumatore, ma solleva anche questioni etiche sulle strategie di pricing e sul valore reale dei prodotti. Le conseguenze della shrinkflation? Sono tangibili, e incidono direttamente sul portafoglio dei consumatori, che si ritrovano a pagare di più per meno prodotto.
Questo fenomeno contribuisce all'erosione del potere d'acquisto, soprattutto in periodi di stallo salariale o di inflazione elevata, creando una sorta di "inflazione nascosta" difficile da quantificare ma facile da sentire.
Una battaglia che ha fatto sua Massimiliano Dona, esperto avvocato della tutela dei consumatori. Il quale ha condiviso sui suoi profili social alcune delle numerose segnalazioni di shrinkflation che gli sono arrivate. Foto di prodotti rimpiccioliti, in cui il contenuto era magicamente sempre di meno. "Mi chiedete cosa si può fare concretamente: sappiate che ho denunciato questi temi nella commissione d’inchiesta alla Camera dei Deputati e abbiamo lanciato una petizione per norme che vietino la sgrammatura".
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