Cimici asiatiche: da dove vengono, quali sono le regioni più colpite in questo momento, danni all'agricoltura e predatori naturali: il punto con l'esperto Coldiretti
Uno dei problemi che tiene banco, in questo momento, nelle campagne italiane soprattutto nel Lazio e nel Veneto è quello della cimice asiatica. Una vera e propria invasione di questo insetto, ghiotto di frutti e vegetali, e alla ricerca di un luogo caldo in cui trascorrere l'inverno. Facciamo il punto della situazione con Lorenzo Bazzana, responsabile economico e agronomo Coldiretti.
Cimici asiatiche: facciamo chiarezza. Quella in corso è davvero un'invasione?
Il numero di cimici è effettivamente invasivo, e questo crea problemi. Il periodo è quello atteso, nel senso che la cimice inizia a dare le prime avvisaglie della sua presenza a cavallo tra aprile e maggio. In seguito si sviluppa, fino ad arrivare a questo momento dell'anno, in cui è alla ricerca di luoghi in cui trascorrere l'inverno. Cercano quindi di entrare nelle case per sostare in posti caldi.
È questo un fenomeno nuovo in Italia? Quest'anno ci sono novità?
Le cimici asiatiche sono in Italia dal 2018. Quest'anno ci sono segnalazioni di alcune zone in cui ci sono delle presenze particolarmente importanti. Gli anni passati è stato fatto un lancio del parassitoide nemico della cimice, ma in alcune zone risulta ancora poco presente, e, quindi, per questo si verificano situazioni problematiche.
Quanto ha influito questa estate lunghissima?
Sicuramente molto, nel senso che la cimice produce ogni anno due generazioni. Ma è chiaro che, se fa caldo più a lungo, fa in tempo a produrre nuove generazioni. È un insetto che si avvantaggia delle alte temperature, quindi la lunga estate che abbiamo vissuto può aver prolungato la stagione, e anche la riproduzione della cimice. Ma, ora che è arrivata in Italia, ci dobbiamo convivere: non si può eradicare.
Danni alle coltivazioni: c'è una regione più colpita delle altre?
Difficile dire quale sia la regione più colpita: ci sono segnalazioni, come ad esempio il Lazio e il Veneto, le cui agricolture sono più interessate dalle cimici asiatiche. Zone in cui si sta verificando una maggiore recrudescenza, anche per motivi climatici. Ed altri territori in cui, invece, ci sono stati più lanci del parassitoide, e dove quindi, la situazione è migliore.
Restando sui danni ai raccolti, ci sono delle coltivazioni più colpite di altre?
La cimice, con il suo apparato buccale, punge tante specie diverse di vegetali. Dalle nocciole alle pere, alle mele, e così via. Ci sono alcuni insetti che mangiano un solo frutto, le cimici, invece, saltano da un frutto all'altro. Ed è per questo che è difficile anche contenerle.
Predatori naturali delle cimici asiatiche: ce ne sono?
Sì: il parassitoide che è stato lanciato, è un insetto che proviene dai medesimi territori della cimice. Sarebbe la vespa samurai, che, è di fatto, il nemico naturale della cimice nei luoghi da cui essa proviene. Però, esistono anche altre vespette parassitoidi, che si adattano alla cimice. Stiamo parlando di insetti di qualche millimetro, non la vespa nell'accezione comune, che va a deporre le sue uova sulla cimice asiatica. Si sviluppano poi delle larve, che vanno a mangiare la cimice.
Consigli ai cittadini?
La cimice cerca di penetrare nelle case alla ricerca di un posto caldo: quel che deve essere fatto è tenere finestre e porte chiuse. E' chiaro che più ne schiacciamo, e meno ce ne sono la primavera prossima.
Quali sono i sostegni al settore dell'agricoltura contro il pericolo della cimice?
Nei territori che risultano essere particolarmente colpiti dalla presenza della cimice asiatica, verranno raccolti degli esemplari adulti di cimice, in modo tale da allevare in laboratorio dei parassitoidi, che saranno lanciati la prossima primavera all'aperto. Questa è un'attività di lotta biologica che non comporta nessun problema all'ambiente, autorizzata dal Ministero della Sanità. E poi le reti anti-insetto, una pratica molto costosa, che consente, però, di isolare le coltivazioni, soprattutto quelle da frutta, e cercare di proteggere gli alberi dagli insetti pericolosi.
In che modo la cimice danneggia il frutto?
La cimice, penetrando all'interno della parte protetta, punge i frutti con la sua saliva tossica, che danneggia la polpa del frutto. Polpa che diventa, così, marroncina e spugnosa, e non è più buona da mangiare.
Da dove arriva la cimice?
C'è chi dice che probabilmente è arrivata in Italia con una partita di piastrelle di ceramica nel Nord Italia provenienti dal Medio Oriente. Forse da lì si è diffusa nel resto del Paese. Questo ci fa capire quanto sia importante controllare tutto quello che arriva dall'estero, perché questi insetti alieni che poi qui si sviluppano, vanno a fare dei danni, perché non sono limitati, dal momento che qui non hanno nemici predatori naturali.
Un po' quello che è accaduto questa estate col granchio blu?
Quella è un'evidenza degli ultimi mesi: la cimice, purtroppo, invece, è presente da noi dal 2018. In alcuni anni è meno numerosa, in altri anni lo è di più, e cambia a seconda del territorio.
Ripercussioni sul raccolto e quindi a quello che arriverà sulle nostre tavole?
Lei consideri che quest'anno c'è una stima di produzione delle pere del circa 63%, e questo è un mix tra l'andamento climatico, l'attività degli insetti, l'alluvione in Romagna etc.
Cimici asiatiche e da letto: c'è una grossa confusione
Le cimici da letto sono una cosa completamente differente, sono insetti che possono interessare l'uomo perché vengono trasmesse attraverso la loro presenza sugli abiti. Si è manifestata, per esempio, in Francia, per la scarsa pulizia dei mezzi di trasporto, e delle persone che ci viaggiano sopra. I soggetti che magari avevano cimici addosso le hanno portate sui treni, che poi vanno a finire in casa, nei letti etc. Sono pericolose perché pungono l'uomo e possono dare fastidio e creare delle lesioni a livello cutaneo. Ma sono cimici di una specie completamente differente rispetto a quelle asiatiche. La cimice asiatica punge solo il vegetale.
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