Vietnam, tra i paesi più superstiziosi al mondo: "Le azioni vietate in certi giorni del mese"

Le superstizioni in Vietnam: come la cultura influenza le scelte quotidiane

In Vietnam, ogni gesto importante, ogni scelta di vita, è spesso accompagnata da riflessioni su ciò che è fortunato o sfortunato. Questo atteggiamento, profondamente radicato nella cultura locale, affascina i viaggiatori, soprattutto chi, come la travel creator Martina Massai, si dedica a raccontare non solo i paesaggi ma anche le persone. Durante uno dei suoi viaggi, Martina ha osservato come certe superstizioni siano ancora oggi onnipresenti nella vita vietnamita: “Una cosa normale in Vietnam ma non in Italia: sono molto superstiziosi infatti non fanno determinate cose in alcuni giorni del mese, come ad esempio il 4, il 6, il 13”.

Non si tratta solo di tradizione, ma di un vero e proprio modo di vivere e organizzare la quotidianità. Alcuni giorni del calendario sono ritenuti pericolosi, addirittura temuti, e ciò si riflette nelle abitudini personali e sociali. In particolare, i numeri come il 4 e il 13 sono associati a significati nefasti: il primo simboleggia la morte, il secondo è evitato in tutti i contesti, tanto che “il tredicesimo piano non si trova in Vietnam, si trova il 12 o il 12B”.

La numerologia in Vietnam: un sistema antico che guida le decisioni

La concezione del tempo e dei numeri nel pensiero vietnamita non è frutto di semplici credenze popolari, ma si basa su antichi principi della numerologia asiatica, in particolare derivati dal feng shui e dalla filosofia taoista. In questa visione, ogni numero ha un’energia specifica che può portare fortuna o sventura. Così il 4, che in molte lingue orientali si pronuncia come la parola “morte”, viene evitato quanto più possibile. Ma anche il 7 rappresenta un presagio negativo, sinonimo di insuccesso. Eppure, esistono anche giorni favorevoli, che vengono determinati attraverso il calendario lunare, tenendo conto della data di nascita di ciascuno.

Martina racconta: “Tutto dipende dal nostro calendario, quindi quando siamo nati, perché ognuno di noi ha dei giorni più o meno fortunati”. Si tratta di una concezione fortemente personale e spirituale, che influenza ogni azione rilevante: “Si fa tutto quello che si deve fare di importante, come comprare una nuova macchina o una casa, in quel giorno che è fortunato. Altrimenti le cose potrebbero andare male”.

Continua Martina: “Pensate che se si compra una casa al piano 13, questa casa costerà di meno. Quindi da una parte fortuna, dall'altra però si vive sempre con l'angoscia che questo 13 si possa portare sfortuna”. Questo esempio concreto rivela come l'economia si adatti ai sentimenti collettivi, e come le superstizioni possano avere un impatto tangibile sul valore delle cose. Non si tratta solo di un costume folkloristico, ma di una dimensione che guida i comportamenti, le relazioni e le aspettative future. Comprendere queste sfumature è uno degli elementi più arricchenti del viaggio: entrare nella mentalità di un popolo permette di vedere il mondo con occhi diversi, più attenti e più rispettosi delle differenze culturali.