Perché molti vogliono dormire coperti anche quando fa caldo? La risposta della psicologia non è affatto scontata.
Ti è mai capitato di accendere il ventilatore, sudare nel cuore della notte, ma comunque non riuscire a dormire se non hai almeno un lenzuolo che ti copre? Non sei l’unico. Quella che sembra un’abitudine irrazionale ha, in realtà, spiegazioni molto più profonde, che affondano le radici tanto nella fisiologia quanto nella psicologia. Dormire coperti anche d’estate, infatti, è un comportamento che il nostro corpo e la nostra mente continuano a ripetere per ragioni ben precise.
Prima di parlare dell’aspetto psicologico, ci sono delle ragioni fisiologiche. Anche quando le temperature salgono e l’aria diventa soffocante, il corpo umano ha bisogno di mantenere una certa stabilità termica durante il sonno. Questo perché, soprattutto nella fase REM, quella in cui si sogna, il meccanismo naturale di termoregolazione rallenta. In parole semplici, non siamo più capaci di adattare la temperatura interna in modo efficiente. Ecco allora che, a quel punto, una copertura leggera, come un semplice lenzuolo, diventa un alleato prezioso. Crea, infatti, un microclima attorno al corpo, limita gli sbalzi termici e rende più profondo il sonno. Da questo punto di vista, il comfort termico aiuta anche a diminuire i risvegli notturni.
Perché vogliamo dormire coperti anche se fa caldo: cosa dice la psicologia
La spiegazione psicologica è ancora più affascinante. Dietro il gesto apparentemente semplice di “coprirsi”, si nasconde un bisogno primario: quello di sentirsi al sicuro. Fin da neonati, l’essere avvolti da una coperta è associato al calore, alla protezione e alla presenza rassicurante dei genitori. È un gesto che comunica cura, intimità e sicurezza. Non sorprende che questa memoria emotiva ci accompagni anche nell’età adulta. Anche se razionalmente sappiamo che nessun pericolo ci minaccia nel cuore della notte, la mente conserva un legame profondo tra coperta e protezione.

Il bisogno di avvolgimento non è solo un fatto di abitudine. Secondo la neuropsicologa Sanam Hafeez, la pressione esercitata da una coperta, anche molto leggera come quella che possiamo utilizzare d’estate e col caldo, può stimolare il sistema nervoso parasimpatico. Questo sistema, deputato al rilassamento e al recupero, risponde producendo serotonina e dopamina. Sono, infatti, i due ormoni chiave per il benessere e il sonno sereno. In altre parole, il semplice fatto di avere un lenzuolo addosso può letteralmente aiutare il cervello a staccare. Ogni sera ripetiamo piccoli gesti che il nostro cervello interpreta come segnali: è ora di dormire. A quel punto è il momento di lavarsi i denti, spegnere le luci, infilarsi sotto le coperte, per esempio.
Queste azioni fanno parte di una routine che crea una sorta di rituale psicologico, in cui il lenzuolo diventa un alleato per passare dallo stato di veglia al sonno. Senza quel gesto, qualcosa sembra mancare. Ecco perché, anche con 30 gradi nella stanza, molte persone non riescono a chiudere occhio senza almeno sentirsi “avvolte”. La neurologa Ellen Wermter lo conferma: la nostra temperatura corporea è legata al ritmo circadiano, cioè al ciclo naturale sonno-veglia. Coprirsi, anche in modo minimo, contribuisce a mantenere la temperatura entro un range che facilita l’addormentamento. Ma c’è un avvertimento: farlo con coperte pesanti in piena estate può avere l’effetto opposto, peggiorando la qualità del riposo.
Un legame profondo con l’infanzia
C’è un altro aspetto che aiuta a spiegare perché molti non riescono a dormire senza coprirsi. Alcuni studi come quelli pubblicati su Healthline e ripresi da Curioctopus, suggeriscono che l’essere avvolti da una coperta possa richiamare la sensazione di pace provata nel grembo materno. Una sorta di ritorno inconsapevole a uno stato di protezione assoluta, dove nulla poteva farci del male. Non è un caso che i bambini, fin da piccoli, trovino conforto sotto le coperte contro le paure notturne. Mostri, buio, rumori: tutto sembra meno spaventoso sotto quel velo sottile.
Questa memoria emotiva resta impressa nella mente e torna, notte dopo notte, anche nell’età adulta. Le coperture diventano una barriera simbolica contro ansie e pensieri. Un piccolo gesto che tranquillizza e protegge, anche se razionalmente non c’è nulla da temere. Dormire coperti quando fa caldo, quindi, non è poi tanto una stranezza. È il risultato di un equilibrio sottile tra fisiologia, psicologia e abitudini. Il corpo cerca stabilità, la mente cerca protezione. E il lenzuolo, anche il più leggero, diventa un ponte invisibile tra razionalità e bisogno emotivo.