Giappone, l'assurdo ristorante scoperto da una turista italiana: "Cosa ti fanno indossare all'ingresso"

In Giappone il ristorante a tema orsacchiotti: il racconto della travel creator italiana, Giulia Mirith

Bellissimo il lavoro, se così si può chiamare dei travel creator. Spesso giovanissimi, realizzano e condividono contenuti digitali legati al mondo dei viaggi, con lo scopo di ispirare, informare e intrattenere un pubblico online. Sulle principali piattaforme social pubblicano fotografie, video, recensioni e consigli di viaggio. La loro attività si colloca a metà strada tra l’influencer marketing e il content creation: non si limitano a promuovere mete turistiche, ma costruiscono vere e proprie narrazioni visive ed emozionali legate all’esperienza del viaggio.

Una delle esperienze più diffuse da questi esperti viaggiatori social è quella nei ristoranti di tutto il mondo. Visitare ristoranti in tutto il mondo consente loro di scoprire non solo la cucina locale, ma anche le tradizioni, la cultura e l’identità di un luogo. I contenuti che producono vanno ben oltre la semplice recensione di un piatto: mostrano l’atmosfera del locale, la storia dello chef, l’impiattamento e il design degli interni. Il cibo diventa così un linguaggio visivo potente, capace di attrarre un vasto pubblico in cerca di esperienze autentiche.
Lo sa bene Giulia Mirith, creator italiana, la quale, in uno dei suoi più recenti video, ha documentato la sua esperienza in un ristorante del Giappone.

Giappone, il ristorante degli orsacchiotti di gelatina

Il ristorante in questione, Giulia lo descrive come il più cute, dall'inglese 'tenero', del Giappone. Si chiama Kumachan Onsen, e, cosa carina e particolare, "all'ingresso ti fanno scegliere delle orecchie da orso da indossare", spiega la travel creator. Kumacha, continua Giulia, è il nome dell'orsetto di gelatina protagonista di questo ristorante", mentre 'onsen' sta per il bagno termale caldo giapponese. L'orsetto di gelatina viene immerso in un brodo caldo, sciogliendosi, e nel piatto il cliente ha modo di cucinarsi, da solo, i noodles che vengono serviti dal personale. Sorpresa finale, aggiunge la creator, le gachapon.

Il termine giapponese gachapon si riferisce contemporaneamente alle macchinette automatiche che distribuiscono capsule di plastica e agli oggetti contenuti al loro interno. La parola stessa deriva da una onomatopea composta da due suoni distintivi: "gacha", che riproduce il rumore della manovella girata per attivare la macchina, e "pon", che simula il suono della capsula che cade nel vano di raccolta. Queste macchinette sono un elemento iconico della cultura pop giapponese, presenti ovunque: dalle stazioni ferroviarie ai centri commerciali. I gachapon propongono una vasta gamma di oggetti da collezione, spesso legati a personaggi di anime, manga o videogiochi.

In questo caso, dalle gachapon del ristorante escono, ancora e ovviamente, degli orsacchiotti.