Lo psicologo social, dottor Massimo Giusti, invita a riflettere sulle relazioni disfunzionali
Oggi la psicologia e la salute mentale stanno finalmente conquistando lo spazio che meritano all'interno della vita quotidiana delle persone. Non sono più argomenti riservati a momenti di crisi o a situazioni patologiche, ma strumenti centrali per il benessere personale e relazionale. È sempre più evidente quanto il supporto psicologico possa fare la differenza nel gestire le sfide di ogni giorno, migliorare la qualità delle relazioni interpersonali e aiutarci a conoscere meglio noi stessi. In questo contesto, si rafforza l’importanza, per chi ne ha bisogno, di rivolgersi a professionisti della salute mentale, in grado di tracciare percorsi personalizzati, costruiti sulla conoscenza approfondita della persona e dei suoi bisogni.
Affidarsi a uno psicologo o a uno psicoterapeuta significa scegliere un percorso di consapevolezza, guidato da una figura che non solo ascolta, ma osserva, elabora e accompagna verso un cambiamento reale. Parallelamente al lavoro dei terapeuti, negli ultimi anni sono emerse figure di divulgatori psicologici sui social media. Psicologi, psicoterapeuti e appassionati della materia stanno utilizzando Instagram, YouTube e TikTok per avvicinare il grande pubblico a concetti spesso percepiti come difficili o inaccessibili. Non si tratta di sostituire la terapia, ma di offrire spunti di riflessione, educazione emotiva e contenuti che aiutano a normalizzare il disagio, a riconoscere i segnali di malessere e a promuovere la cultura del benessere mentale. Il valore di queste figure sta anche nella capacità di intercettare un pubblico giovane, restituendo un'immagine della psicologia più vicina, concreta e utile.
Tra questi, c'è il dottor Massimo Giusti (@la_psicologia_positiva), seguito da oltre 400mila persone solo su Instagram. In un suo recente video, spiega come riconoscere una relazione disfunzionale.
Relazione disfunzionale, il consiglio dello psicologo: come si riconosce
"Alla base di ogni relazione disfunzionale che si protrae nel tempo c'è un elemento, un piccolissimo elemento, che è costante, e non cambia mai, e riguarda i rapporti di amicizia, di lavoro, romantici. E cioè il fatto che per qualche motivo quella relazione specifica non è rinunciabile", spiega il dottor Giusti. "Non posso in nessun modo rinunciare a questa relazione, e quindi tutte le mie attività, volte ad ottenere un modello relazionale che mi soddisfi, incontri i miei bisogni, mi faccia crescere, si trasformi in strategia per cambiare l'altro in un modo che incontra di più me stesso. Perché non potendo rinunciare a quella persona, io devo necessariamente mettermi in condizione di fare più del 50% nella relazione".
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"E se voglio togliermi quest'incombenza, ho la necessità di cambiare l'altro e faccia più del 50% nella relazione, perché se non cambia questa condizione, sono frustrato, non sono contento, ci sto male e mi condanno a doverci stare male, perché non è rinunciabile. Solo quando maturi l'idea di poter rinunciare a un rapporto, diventi libero. Perché a quel punto non hai più bis di cambiare l'altro per fargli incontrare i tuoi bisogni, ma hai bisogno di incontrare qualcuno che abbia il desiderio di cambiare qualcosa di te per te, che è una cosa normalissima".