Filippo Turetta, il papà in carcere: "Hai avuto un momento di debolezza, ti devi laureare"

Filippo Turetta, il papà parla per la prima volta al figlio, nel corso del primo colloquio avuto con lui il 3 dicembre

Hai avuto un momento di debolezza, ma non sei un terrorista”. Queste le parole che Nicola Turetta, papà di Filippo Turetta, killer di Giulia Cecchettin, ha rivolto al figlio nel primo colloquio, in cui era presente anche la mamma, avuto in carcere il 3 dicembre. Era trascorso meno di un mese dall'uccisione della ragazza di 22 anni originaria di Vigonovo. Filippo era scappato a bordo della sua Fiat Panda, fuga durata sette giorni, diretto in Germania. Paese in cui è stato infine ritrovato dalla polizia locale, che lo ha arrestato e, in un secondo momento, poi consegnato alle autorità italiane.

Il 3 dicembre si consuma il colloquio fra Turetta e i suoi genitori, nel corso del quale Nicola, papà del ragazzo, prova a rincuorare il figlio, rinchiuso nel carcere di Montoro per l'omicidio di Giulia Cecchettin. Le parole che Nicola Turetta rivolge al figlio di 21 anni sono state intercettate dagli inquirenti, ed inserite nel fascicolo del processo.

Filippo Turetta, il papà: "Non sei un terrorista"

Nicola Turetta  parla al figlio  per dargli coraggio. L'omicidio di Giulia viene definito dall'uomo come "qualcosa" che Filippo ha fatto, che, però, dice, non lo classifica come "mafioso", né come "uno che ammazza le persone".
"Hai avuto un momento di debolezza", dice il padre al ragazzo, invitandolo a farsi forza, dal momento che "non sei un terrorista e non sei l'unico, ce ne sono stati parecchi altri" di femminicidi. E poi una raccomandazione paterna: "Ti devi laureare".

Il processo

Filippo Turetta si trova in carcere per l'omicidio dell'ex fidanzata Giulia Cecchettin, uccisa con 75 coltellate. I due, dopo aver trascorso una serata insieme in un centro commerciale del posto, si erano ritrovati in macchina di lui. Da qui, sarebbe poi partito un litigio culminato con l'omicidio della ragazza. Giulia ha lottato con tutte le sue forze per difendersi dal suo assassino, che la ha, infine uccisa, e abbandonata nel lago di Barcis.

Qui la studentessa, prossima alla laurea in Ingegneria Biodemedica, sarebbe stata ritrovata sette giorni dopo la sua scomparsa, mentre Filippo Turetta scappava in Germania. Turetta rischia l'ergastolo: il giovane è accusato di omicidio volontario, rapimento, con l'aggravante della premeditazione e della crudeltà.