Clelia, un guasto all'ascensore forse alle origini dell'incidente in cui la 25enne di Fasano è rimasta uccisa. Ma la vergogna social non si ferma dinanzi alle tragedie: sotto alle foto della ragazza si leggono alcuni commenti sessisti
E' una città sconvolt, distrutta, Fasano, città in provincia di Brindisi dove ieri è stato ritrovato il corpo senza vita di Clelia Ditano, la ragazza di 25 anni morta dopo essere caduta nel vano ascensore del palazzo in cui viveva. La vittima ha aperto la porta dell'impianto e non si è resa conto che la cabina, forse per un guasto, era rimasta al piano terra. Il volo e poi l'impatto, tremendo, che non le ha lasciato scampo. Clelia era in procinto di raggiungere le sue amiche per una serata insieme, quando si è consumata la tragedia che nessuno, oggi, può accettare.
Sui profili social della ragazza si accumulano post, commenti e scatti di amici, parenti e conoscenti che non possono ancora credere a quel che è accaduto. Parole di non accettazione, di incredulità, dinanzi a un dramma impossibile da superare per la famiglia della povera vittima. Sua mamma Giusy, proprio qualche ora prima di fare la terribile scoperta, aveva, come tutte le mattine, pubblicato su Facebook un post in cui augurava il buongiorno e un buon inizio settimana a tutti. Sui social, le tracce di una vita che ormai è stata rovinata per sempre, dalla sconvolgente perdita della cara figlia.
Clelia Ditano, il cordoglio social per la 25enne caduta e morta nel vano dell'ascensore
"Ti ricorderò per sempre così: sorridente e solare, così dolce e piena di vita. Non si può morire così, è assurdo", scrive un'amica di Clelia, che condivide uno scatto che le vede sorridenti, in posa dinanzi alla fotocamera.
E poi c'è chi nemmeno dinanzi alle tragedie riesce a fermare la propria natura cattiva, distorta, perversa. Sotto alle foto social di Clelia Ditano, la ragazza di 25 anni morta dopo essere precipitata dal quarto piano all'interno del vano dell'ascensore, stanno comparendo alcuni commenti sessisti che noi, in rispetto della vittima, non pubblicheremo, ma che ci limitiamo a segnalare.
Prima un 'Rip', e poi un apprezzamento vergognoso, con tanto di screenshot della ragazza che purtroppo, non c'è più. Le più basse conseguenze dei profili social aperti, come ce l'aveva anche Clelia, le cui foto e video sono divenuti, da ieri, di dominio pubblico. La vergogna che non si lascia fermare da nulla, nemmeno dalla morte.