Milano Anna tiramisù

Milano, Anna muore a 20 anni per un tiramisù: tracce di mascarpone a cui era allergica. Alla famiglia va un risarcimento

Milano, la tragedia che ha colpito Anna Bellisario: la giovane di 20 anni è morta dopo aver assaggiato un tiramisù venduto come vegano, ma che, in realtà, conteneva tracce di mascarpone, a cui la ragazza era allergica. La condanna dell'azienda fa discutere

Il processo si è concluso con un patteggiamento, e la condanna a pagare un risarcimento alla famiglia della vittima. 10mila euro: questo il costo della vita di Anna Bellisario, 20enne morta per un tiramisù che le è stato fatale. Sulla confezione era assicurato che il prodotto fosse vegano, privo, quindi, di prodotti contenenti latticini. Ma l'etichetta non diceva la verità: il tiramisù conteneva tracce di mascarpone. Latte: ingrediente che Anna non poteva assolutamente ingerire. La giovane soffriva di una grave allergia, che le è stata, infatti, letale. Poche cucchiaiate sono bastate a condannare la ragazza, andata in shock anafilattico dopo aver gustato il dessert per lei vietato. Il dramma si è consumato lo scorso 5 febbraio 2023: Anna mangia il dolce, e si rende necessario il ricovero in ospedale. La 20enne va in coma e, dopo dieci giorni di lotta, muore.

Milano, Anna Bellisario muore per un tiramisù: le indagini

A quanto sarebbe emerso dalle indagini, il tiramisù conteneva del mascarpone, dal momento che i prodotti vegani e quelli vegano si sarebbero preparati nello stesso ambiente. La contaminazione, quindi, tra i preparati di origine animali e quelli di origine vegetali, sarebbe avvenuta così. Poche tracce di latte sarebbero state sufficienti, dunque, a uccidere la ragazza.
I due imputati nel processo che ne è seguito, Giuseppe Loiero e Giovanna Anoia, rispettivamente legale rappresentante e responsabile delle linee produttive della Glg srl, hanno scelto la via del patteggiamento.

La pena è stata quindi convertita in sanzione pecuniaria, pari, quindi a 10mila euro ciascuno. Questo il risarcimento che riceverà la famiglia della vittima e il suo fidanzato, parti civili nel processo. L'accusa era concorso di omicidio colposo.