Riceviamo e pubblichiamo la testimonianza di una nostra lettrice che ci ha inviato una email di sfogo in cui ci ha raccontato la sua ultima esperienza lavorativa. Un colloquio di lavoro a Pavia presso uno studio dentistico finito male per una infelice uscita del responsabile delle risorse umane.
La nostra lettrice preferisce non rimanere anonima: la chiameremo Sara, nome di fantasia. Riportiamo di seguito il testo integrale della email che abbiamo ricevuto: "Cara redazione, seguo da tempo la rubrica che dedicate ai lavoratori e alle lavoratrici alla ricerca di un'occupazione. Ho letto di tante persone che, come me, sono alla ricerca di un lavoro dignitoso, che non sempre viene accompagnato da una dose di ambizione o di voglia di intraprendere chissà quale carriera. Nel mio caso, ad esempio, la necessità è una sola: portare uno stipendio a casa. Sono una ragazza madre, e, per determinate scelte di vita, mi ritrovo oggi, a 27 anni, a dover ricominciare tutto da capo. Non ho un compagno che mi aiuta economicamente, e senza il supporto della mia instancabile famiglia non saprei come fare.
Dopo la nascita della mia bambina, il papà è andato via, e mi sono occupata da sola di mia figlia. Sono rimasta con lei fin quando non ha raggiunto l'età per la scuola: una volta libera dall'impegno genitoriale, ho iniziato a inviare curricula per lavorare ed aiutare la mia famiglia. Per fortuna, anticipo che questa storia ha già un lieto fine: ho trovato un'occupazione, ed oggi lavoro in uno studio di architetti. Prima di rimanere incinta, infatti, studiavo architettura, e, anche se non ho (ancora) conseguito la laurea, ho trovato un datore di lavoro che ha creduto in me e mi ha affidato un ruolo di segreteria all'interno di questo studio. Ma non dimentico il precedente colloquio di lavoro, che avevo sostenuto presso uno studio dentistico".
Pavia, colloquio nello studio dentistico: "Ti assumiamo solo se vieni vestita scollata"
"Lo studio dentistico in questione, avrei dovuto capirlo, non era molto serio: i ruoli mi sembravano un po' confusi, e non si respirava un'aria professionale. In tutti i casi, sostengo il mio colloquio, che sembra andare anche bene, fin quando il responsabile delle risorse umane non pronuncia una frase che definire infelice è riduttivo. "Ti assumiamo solo se sorridi e vieni vestita scollata". La mia reazione è stata un'espressione inorridita. Mi sono agitata, e con una scusa sono andata via. Lui ha capito il perché della mia agitazione, ma non si è fatto scusato".
"Ha detto: "Dai, stavo scherzando! Era solo una battuta, non te la prendere". Ecco, io credo che sia importante sottolineare quanto questo sia un atteggiamento assolutamente deleterio che tutti gli uomini devono rendersi conto di non dovere mai più avere. Ho voluto raccontare questa esperienza perché anche se riuscissi ad arrivare ad una sola persona di sesso maschile, mi sentirò realizzata. Voglio solo far capire a questi orchi capaci di tali bassezze, che dall'altra parte c'è una persona con una dignità da rispettare. La donna non è un oggetto di nessuno, ed è ora, nel 2024, che finalmente tutti se ne rendano conto".
Non ci siamo sentiti di aggiungere nemmeno una virgola a questo racconto. Solo 'grazie' a Sara, e a tutte le donne coraggiose come lei che lottano per un mondo migliore.
LEGGI ANCHE >>> 52enne va al colloquio di lavoro: quando rivela la sua età, riceve una risposta umiliante