Resi Amazon, la normativa subisce delle variazioni. Facciamo chiarezza con l'aiuto dell'avvocato esperto di tutela dei consumatori, Massimiliano Dona
Finalmente i grandi colossi dell'e-commerce stanno cambiando le normative per quel che riguarda i resi. Stiamo parlando, nello specifico, di quel procedimento che consente, a chi acquista tramite siti, app e piattaforme di commercio online, di restituire il prodotto comprato. Ci sono tanti i motivi che portano il consumatore a questa scelta: il prodotto non corrisponde all'immagine descritta in foto, è danneggiato o mal funzionante, o, semplicemente non piace.
È un diritto di tutti, ma sono troppe le persone che il consumatore. C'è chi, ad esempio, acquista con leggerezza, per poi restituire quasi tutta la merce acquistata, senza pensarci troppo. Questo atteggiamento perpetuato da troppi consumatori, è una delle cause più importanti dell'inquinamento delle nostre città. Rider e camion che viaggiano da un punto all'altro del paese, per inviare e poi riportare in magazzino migliaia di prodotti, emettono una bella dose di smog.
Inoltre, questa cattiva pratica del consumatore, porta a una perdita di denaro da parte delle aziende, che non sono più disposte a soddisfare i capricci dei clienti meno attenti. La normativa, quindi, sta cambiando. A cominciare proprio da Amazon il principale colosso degli acquisti online. Ma che cosa cambia, nel dettaglio? A fare chiarezza ci pensa l'avvocato Massimiliano Dona, volto popolare della tutela dei consumatori. Dona, dal suo profilo Instagram, espone con chiarezza le variazione, e cosa comporta per il consumatore.
Resi Amazon, l'avvocato Massimiliano Dona fa chiarezza: "Cosa cambia per il consumatore"
"Amazon restringe la possibilità di recesso dal 25 di marzo. Questo è l'annuncio del colosso dell'e-commerce. Per rendere un prodotto, o, almeno, alcuni prodotti, non ci saranno più i consueti 30 giorni concessi al consumatore per cambiare idea, restituire il prodotto e avere indietro i soldi. Ma questo termine verrà via via ridotto, fino al limite previsto dalla normativa che, ricordo, è di 14 giorni solari di calendario dal momento in cui ricevete il prodotto. E poi ci sarà anche uno spazio, diciamo tra il 25 marzo e il 25 aprile, nel quale il consumatore che vorrà usufruire dei 30 giorni, potrà comunque farlo", spiega l'avvocato Dona.
Ma qual è il senso di questa operazione? "Sicuramente, quello di evitare che si danneggia l’ambiente con questo andirivieni di prodotti di resi fatte dai consumatori, anche un po’ alla leggera. Dall'altra parte, stroncare l'abitudine di alcuni soggetti (ma non sono consumatori. Sono, magari blogger) che prendono un prodotto, per poi fare la recensione e restituirlo. Non va fatto", sottolinea l'esperto. "Qualcuno avanza anche il dubbio che Amazon voglia favorire i prodotti a marchio Amazon a discapito di altre venditori. Ma quel che conta, per evitare di credere alle fake news, è che non ci tolgono il diritto di recesso. Non possono farlo: tutti gli operatori dell'e-commerce hanno, secondo il codice del consumo, l'obbligo di riconoscere al consumatore questi 14 giorni dalla recensione del prodotto".
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