In pochi sanno che i fornitori di energia elettrica, acqua e gas hanno dei precisi limiti nell'emissione di conguagli in bolletta: l'informazione che tutti i consumatori dovrebbero conoscere.
Negli ultimi anni le bollette per le forniture delle utenze hanno messo in enorme difficoltà migliaia di famiglie italiane. Di recente, infatti, si è assistito ad un'impennata dei costi e non sempre gli interventi degli ultimi Governi sono stati utili a rendere sensibilmente meno gravosa la spesa. Alle fatture spesso troppo pesanti, di tanto in tanto si aggiungono anche i conguagli.
Il conguaglio è la somma richiesta dai fornitori per quanto effettivamente consumato ma mai pagato. Di solito, infatti, i gestori emettono le fatture stimando il consumo dell'utente: quando poi avviene il confronto con il consumo reale, il fornitore emette un conguaglio che spesso significa per il consumatore una bolletta molto più cara rispetto alle altre. Cosa fare in questi casi? Pagare sembra la scelta più opportuna, ma prima bisogna verificare alcuni dettagli.
Bollette, il limite temporale ai conguagli
In pochi, infatti, sanno che i gestori possono emettere conguagli relativi solo ad un arco di tempo specifico. Se prima i fornitori potevano emettere bollette di conguaglio relative ai consumi fino a 5 anni precedenti, come fa sapere Altroconsumo, ora la situazione è diversa: i fornitori possono tornare indietro di massimo due anni. Il beneficio, che in qualche modo mette un tetto alla potenziale spesa per il consumatore, è stato introdotto (gradualmente: prima per energia, poi per gas e infine acqua) solo negli ultimi anni. Se si ricevono, quindi, conguagli per consumi effettuati prima degli ultimi due anni, si potrà non pagare. Il cliente dovrà fare esplicitamente richiesta di appellarsi al diritto alla prescrizione, presentando tale richiesta al fornitore tramite appositi moduli.
I consumatori possono adottare alcuni accorgimenti per evitare i conguagli e di conseguenza bollette troppo care. Innanzitutto controllare il dettaglio dei consumi e comunicare di frequente l'autolettura al gestore. È anche importante imparare a leggere bene le bollette e tutte le loro voci. In alcuni casi, conguagli potrebbero essere dovuti se si ha un contatore rotto. Se si sospetta che il contatore sia rotto, bisogna contattare il fornitore con una richiesta di informazioni formale: si procederà a una verifica tecnica in laboratorio. Tale verifica sarà gratuita se il laboratorio conferma che il contatore è rotto; in alternativa sarà a pagamento, per il cliente, se il contatore non risulta realmente rotto. Meglio informarsi in anticipo, dunque, sull'eventuale spesa da sostenere.