Un datore di lavoro ha spiegato sui social il motivo per cui un giovane non deve subito interessarsi dello stipendio, scatenando una polemica.
La questione dei giovani e del mondo del lavoro è sempre molto attuale. Tantissimi ragazzi che si apprestano a muovere i primi passi nel tortuoso universo lavorativo si scontrano con tantissime difficoltà: contratti precari, condizioni pessime e retribuzioni inadeguate. In questo contesto tutt'altro che roseo per le nuove generazioni, arriva dai social un discorso che ha scatenato un'ondata di indignazione. In un commento, un utente del web ha spiegato che, in realtà, i giovani sbagliano approccio al mondo del lavoro.
Infatti, secondo il saccente personaggio, di cui non abbiamo informazioni, gli imprenditori che oggi assumono giovane manodopera in passato "hanno lavorato gratis come apprendisti". Il vero guadagno, quindi, non sarebbe lo stipendio, bensì imparare il massimo osservando il lavoro dei maestri. E' questo il motivo, per cui, secondo questo cittadino, i giovani non dovrebbero chiedere lo stipendio come prima cosa. "Dovrebbero già essere felici di essere al fianco del maestro", ha continuato. Poi, dopo aver accumulato la necessaria esperienza, potranno chiedere il giusto stipendio e, infine, aprire un'attività. Inutile dire che questo discorso ha scatenato un'accesa polemica.
La polemica dopo il discorso del datore di lavoro sullo stipendio e i giovani
Uno di questi giovani di cui parte il cittadino ha condiviso questo discorso in un gruppo Facebook dedicato agli annunci di lavoro ambigui e alle condizioni lavorative pessime. Il signore è stato letteralmente sbranato vivo dai membri del gruppo. "Avete mai avuto a che fare con datori di lavoro simili? E come avete reagito", ha chiesto il ragazzo che ha condiviso il discorso. "Peccato che prima se avevi la terza media eri un grande. Ora invece prendi la triennale, la magistrale, due master e tirocinio e vorrebbero pure che lavorassi a gratis", ha commentato un utente. In effetti, oggi, i giovani hanno tante qualifiche in più rispetto al passato ma, paradossalmente, trovare un lavoro stabile e dignitoso sta diventando sempre più difficile.
"L’affitto e le bollette non si pagano con la felicità di apprendere", è stato il duro commento di un altro membro del gruppo. Come dargli torto. Dopotutto, anche i giovani che iniziano a lavorare hanno delle spese quotidiane e mensili da affrontare. "Il dramma è che non è l'unico che ci crede", ha scritto un utente, facendo notare che questo modo di pensare è molto più diffuso di quanto crediamo. Ovviamente, non possiamo che condividere questa condanna e ripudiare il ragionamento di questo signore. Il lavoro va sempre giustamente retribuito a prescindere da chi lo svolge.
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