Massimiliano Dona, avvocato specializzato in tutela dei consumatori, ha chiarito cosa significano i bollini IGP e DOP sui prodotti del supermercato.
In un'epoca in cui le scaffalature dei supermercati si trasformano in labirinti zeppi di etichette, loghi e certificazioni, la figura dell'avvocato specializzato nella tutela dei consumatori emerge come una bussola indispensabile per navigare le complesse acque del mercato alimentare. Tra le molteplici sigle che si affacciano sulle confezioni, due in particolare catturano l'attenzione di chi cerca prodotti di qualità: IGP (Indicazione Geografica Protetta) e DOP (Denominazione di Origine Protetta). Questi bollini non sono meri ornamenti, ma sigilli di garanzia che racchiudono storie di tradizione, territorio e metodi di produzione unici. Molti associano questi bollini a prodotti italiani, ma siamo sicuri che sia veramente così?
L'importanza di essere consumatori consapevoli non è mai stata così cruciale. In un mondo dove l'accesso all'informazione è vasto ma spesso frammentario, comprendere il reale significato dei marchi di qualità IGP e DOP diventa un atto di responsabilità verso se stessi e l'ambiente. Attraverso l'esperta voce di Massimiliano Dona, questo articolo si propone di fare chiarezza sui bollini IGP e DOP, offrendo ai lettori le chiavi per decifrare i messaggi nascosti dietro a queste certificazioni.
IGP e DOP: avvocato fa chiarezza sui bollini dei prodotti al supermercato
"Attenzione a quello che sto per dirvi perché potrebbe interessarvi", rivela Massimiliano Dona a chi, quando fa la spesa, si lascia guidare dai bollini IGP e DOP. Quindi, prende una confezione di Prosciutto di Parma e mostra il bollino DOP su di essa. Il bollino giallo e rosso che indica la 'Denominazione di origine protette', spiega l'avvocato, "vuol dire che il prodotto è legato a un luogo che lo rende inimitabile grazie a fattori naturali come il clima o a fattori umani come la tradizione". Poi, Massimiliano Dona specifica che il marchio DOP "assicura che tutta la produzione, la trasformazione e l'elaborazione del prodotto devono avvenire in quell'area".
Poi, l'avvocato prende una confezione di Bresaola della Valtellina e mostra il bollino IGP. "Anche i prodotti IGP sono collegati a un'area geografica ma, a differenza della DOP, è sufficiente che una sola delle tre fasi (produzione, trasformazione ed elaborazione) avvenga in quell'area geografica", spiega l'avvocato. Quindi, facendo il caso della Bresaola della Valtellina, la carne con cui è stata prodotta può provenire anche da Paesi esteri, come il Brasile. "Siamo meno tutelati come consumatori", spiega Massimiliano. E voi, conoscevate la differenza tra DOP e IGP?
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