Il premier israeliano Netanyahu, nella notte, ha svelato per la prima volta il piano per il post-guerra nella Striscia di Gaza proposto da Israele: ecco cosa prevede.
Mentre i combattimenti continuano a infuriare nella Striscia di Gaza e l'esercito di Israele si prepara all'assalto di Rafah dove si trovano oltre 1milione 500mila sfollati palestinesi, il premier Benjamin Netanyahu ha svelato i dettagli del piano post-guerra. Il documento, presentato al gabinetto di guerra, prevede la volontà di installare 'funzionari locali' per l'amministrazione della Striscia di Gaza che non abbiano legami con il terrorismo. Funzionari che, quindi, dovranno prendere il posto di quelli di Hamas che governano Gaza dal 2006.
Il grande assente del documento è l'Autorità Nazionale Palestinese che, secondo alcuni, avrebbe potuto gestire la situazione post-bellica. Tuttavia, il piano proposto da Netanyahu non esclude neanche la possibilità che l'ANP possa partecipare alla gestione della Striscia di Gaza. Il punto che è destinato a far discutere maggiormente, però, è la volontà israeliano di smantellare l'UNRWA, l'Agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati palestinesi. Netanyahu ha proposto di rimpiazzare l'organizzazione, accusata di fare la volontà dei terroristi, con altri enti internazionali più responsabili.
Il piano post-guerra di Israele per Gaza: la polemica sull'UNRWA
Al momento non ci sono ancora reazioni da parte dell'ONU in merito al piano proposto da Netanyahu. Tuttavia, la questione dell'UNRWA è controversa e farà sicuramente discutere. Israele ha accusato 12 funzionari dell'organizzazione che gestisce la maggior parte degli aiuti umanitari nella Striscia di Gaza di aver collaborato con i terroristi di Hamas nell'attacco del 7 ottobre scorso che ha dato via all'escalation di violenze. Tuttavia, bisogna anche ricordare che l'UNRWA ha circa 30.000 dipendenti e le accuse, per le quali è stata anche iniziata un'indagine interna, riguardano solo una piccolissima parte del personale.
Nonostante ciò, molti Paesi finanziatori, all'indomani di questa accusa, hanno bloccato i finanziamenti all'organizzazione, mettendo a rischio gli aiuti umanitari per la popolazione civile palestinese. In ogni caso, l'applicazione del piano di Israele, qualora venisse approvata dalla comunità internazionale e accettata dalla popolazione palestinese, non avverrà nel breve periodo. Infatti, Netanyahu ha confermato la volontà di Israele di continuare la guerra fino al raggiungimento di tutti gli obiettivi. Tra questi figurano la distruzione della capacità militare di Hamas, il ritorno in patria degli ostaggi e il mettere fine alle minacce alla sicurezza di Israele. Insomma, tutto fa pensare che i combattimenti dureranno ancora a lungo e che la carneficina di vittime civili, circa 30.000 tra i palestinesi e 1.400 tra gli israeliani, non finirà a breve.
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