Venezia, prenota una notte nel capsule hotel ipertecnologico dell'aeroporto: "Un incubo costato 65 euro, come ho dormito"

Il cliente di un capsule hotel all'aeroporto di Venezia ha denunciato la sua notte da incubo sul sito dell'Unione Nazionale Consumatori.

In un mondo in cui il tempo sembra correre sempre più veloce e gli spazi si riducono all'essenziale, i capsule hotel sono emersi come una soluzione innovativa e funzionale per i viaggiatori moderni. Nati in Giappone negli anni '80, questi alloggi futuristici hanno rivoluzionato il concetto di ospitalità, offrendo una soluzione pratica e conveniente per chi necessita di un riposo veloce ma confortevole. Le capsule, piccole camere modulari che offrono privacy e i comfort essenziali in uno spazio ridotto, sono diventate famose per la loro efficienza e per l'esperienza unica che propongono, combinando tecnologia e design minimale.

A Venezia, città di incomparabile bellezza, incorniciata dai canali e dall'architettura rinascimentale, l'aeroporto offre ai passeggeri in transito l'opportunità di sperimentare il riposo in diversi capsule hotel, garantendo un'oasi di tranquillità nel mezzo del frenetico viaggio. I vantaggi sono molteplici: dalla posizione strategica, che elimina la preoccupazione di trasferimenti lunghi e costosi, alla flessibilità di check-in e check-out, ideale per chi viaggia con orari inconsueti. Tuttavia, cosa succede quando un'esperienza pensata per essere riposante si trasforma in una notte da incubo? Ce lo spiega Federico che ha denunciato il pessimo servizio del capsule hotel sul sito dell'Unione Nazionale Consumatori.

Capsule hotel dell'aeroporto di Venezia: la notte da incubo

Federico ha deciso di usufruire di questo innovativo servizio perché l'aereo per Manchester partiva la mattina presto. Il passeggero, così, prenota una capsula e si avvia verso il suo alloggio temporaneo. "Non si preoccupi, non ci sono problemi di sicurezza per i suoi bagagli, la capsula è chiusa", viene rassicurato dai dipendenti dell'hotel. Tuttavia, appena mette piede all'interno della capsula, Federico nota che il riciclo dell'aria non funziona. Dormire in una capsula senza finestre con l'areazione rotta è un rischio serio. Federico, quindi, scrive all'assistenza dell'hotel. "Sì, lo sappiamo", gli rispondono. Stupito dalla risposta, Federico si accorge che anche il tettuccio apribile della capsula è rotto. Insomma, l'unica alternativa per non morire soffocato è dormire con la porta aperta. Così facendo, però, Federico si espone al rischio che ladri o malintenzionati lo rapinino. Ma gli sembra la scelta più sensata.

"Questo disservizio mi è costato 65 euro", ha denunciato Federico. Nei giorni successivi, Federico ha contattato l'azienda per ottenere il rimborso totale della notte. Tuttavia, la compagnia ha concesso solo il rimborso del 30%. "La cosa più grave di tutto ciò è che sapevano del guasto ma non mi hanno avvertito", ha scritto Federico arrabbiato. Infatti, se avesse saputo dei problemi alla capsula, avrebbe disdetto la prenotazione. Insomma, la notte in un hotel futuristico si è trasformata in un incubo per questo consumatore. E voi, avete mai dormito in una capsula in aeroporto? Com'è stata la vostra esperienza?

Venezia, prenota una notte nel capsule hotel ipertecnologico dell'aeroporto: "Un incubo costato 65 euro, come ho dormito"
Il reclamo sul sito dell'Unione Nazionale Consumatori di Francesco sulla notte trascorsa nel capsule hotel dell'aeroporto di Venezia

 

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