The Imitation Game, il ritratto hollywoodiano della storia di Alan Turing è un film sensazionale, ma potrebbe contenere delle imprecisioni. Subito dopo il suo rilascio, la famiglia di uno dei personaggi principali si è lamentata del ritratto non realistico che il regista ne aveva fatto. Qualche anno dopo, l'esigenza di far conoscere al mondo la vera storia del controverso codificatore, ha portato i suoi affetti a pubblicare un libro su di lui e sul suo operato.
Il ritratto del "cattivo" in The Imitation Game non è realistico
La famiglia di Alastair Denniston, il "cattivo" di The Imitation Game, ha dichiarato di sentirsi profondamente offesa dal ritratto non realistico che il regista Morten Tyldum ne aveva fatto. "Avevano bisogno di un cattivo e lo hanno messo lì" - hanno dichiarato i parenti. L' accusa ad Hollywood è di aver trascurato completamente il contributo positivo che Denniston aveva dato agli alleati.
Ciò che il film trascura, aggiungono, è che Alastair Denniston ha diretto le operazioni dei codificatori per molto tempo prima dell'arrivo di Turing. Fu lui ad incoraggiare l'ingaggio di matematici e professori nel suo team e a favorire la costruzione di quella "relazione speciale" tra il Regno Unito e gli Stati Uniti d'America.
In risposta alle critiche, lo sceneggiatore Graham Moore ha sostenuto che The Imitation Game si limita a mostrare il "conflitto naturale di persone che lavorano duramente sotto una pressione inimmaginabile". Infine, si ostina ad affermare che la pellicola abbia reso omaggio a Denniston come "uno dei grandi eroi di Bletchley Park".
Dal loro canto, per contrastare questo ritratto ingiusto, i parenti di Denniston hanno pubblicato un libro biografico a distanza di 3 anni dal film. Qui, ebbero lo spazio di narrare la loro versione dei fatti e gli altri lati del capo codificatore. Il titolo è "Alastair Denniston: Code-Breaking from Room 40 to Berkeley Street and the Birth of GCHQ", scritto da Joel Greenberg.
Gli storici hanno denunciato altre inesattezze del film
The Imitation Game è stato messo sotto accusa anche per altre inesattezze. Lo storico Alex von Tunzelman per esempio, ha fatto notare la completa invenzione di una sequenza. Si tratta della scena in cui Turing viene ricattato dalla spia sovietica John Cairncross. Proprio lui l'ha definita "del tutto immaginaria e profondamente offensiva".
Anche Andrew Hodges, biografo di Turing, si è detto "allarmato dalle imprecisioni" del film. Oltre ad avallare la tesi di Tunzelman, Hodges ha dichiarato che la relazione di Turing con la decifratrice Joan Clarke (Keira Knightley) è stata esagerata dalla pellicola.
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