Pierdavide Carone: "Il mio ritorno dopo Amici e Sanremo: oggi canto l'amore a 35 anni"

La nostra chiacchierata con Pierdavide Carone, cantautore italiano che nel 2010 ha partecipato al talent show, Amici di Maria De Filippi. Da sempre un grande talento che ha saputo conquistare anche il cuore e la mente di Lucio Dalla. Ecco che cosa ci ha rivelato in esclusiva.

Pierdavide Carone, cantautore italiano che ha partecipato nel 2010 nel talent show Amici di Maria De Filippi ci ha rilasciato un'intervista in esclusiva. Un grande talento, la cui passione per la musica è nata fin da quando era solo un bambino. "Ero attratto dalle immagini dei vinili che aveva mio padre. C'erano i Beatles, Dalla, e De Gregori. Poi ho scoperto però che dietro quelle immagini in realtà c'era un disco e che se lo mettevi su un piatto produceva musica, così ho capito che avrei voluto fare questo nella vita". Nel 2010 la sua canzone Per tutte le volte che, interpretata da Valerio Scanu, ha vinto il primo posto al Festival di Sanremo. Nel 2012 partecipa al Festival di Sanremo insieme a Lucio Dalla con la canzone Nanì, arrivando quinto in classifica.

Intervista esclusiva a Pierdavide Carone: “Cosa è successo ad Amici”

Cosa ti ha spinto a voler partecipare ad un programma televisivo come Amici?

"È stato un po' un raptus, nel senso che facevo tante cose in quel periodo della mia vita. Frequentavo il conservatorio come chitarrista jazz, suonavo nel mio gruppo rock, di cui ero chitarrista, e facevo il chitarrista anche per un gruppo di musica popolare. E in più, non bastandomi a livello economico i concerti che facevo, lavoravo anche in autostrada, insomma, facevo tante cose. Poi quello che facevo veramente in camera mia, cioè scrivere canzoni, non interessava a nessuno degli ambiti che frequentavo o per cui mi pagavano, o ancora per cui studiavo. Quindi Amici è arrivato un po' come un'ancora di salvezza. Ho fatto sentire le mie canzoni, inizialmente un po' per gioco. Ripetevo a me stesso, 'magari mi buttano fuori dopo due minuti', invece è diventata la mia vita".

Quell'anno ad Amici tu sei arrivato al terzo posto e hai ottenuto il premio della critica, ma non hai vinto il programma. Ti saresti aspettato la vittoria di un'artista come Emma Marrone?

"Sì è andata come mi sarei aspettato. Anche perché le dinamiche televisive vanno anche al di là di quelle musicali, nel senso che il mio percorso è stato prettamente artistico. Emma, invece, era anche parte di un dualismo televisivo che si era creato, quello con Loredana (Loredana Errore, che ha partecipato a quell'edizione di Amici, ndr.), che sicuramente aveva anche un espediente musicale, ma che poi è andato oltre. Quella dinamica appassionava la gente oltre la musica, mentre a me restava solo la mia musica da cantare. Mi trovavo sicuramente in logiche empatiche minori". 

Pierdavide Carone sul Festival di Sanremo

Nel 2010 ha vinto la tua canzone Per tutte le volte al Festival di Sanremo, cantata da Valerio Scanu. Ultimamente Pupo ha fatto delle dichiarazioni in merito a quell'anno, sostenendo che il Quirinale gli avrebbe 'soffiato' la vittoria non volendo che un Savoia ottenesse il primo posto in classifica. Cosa ne pensi di queste affermazioni?

"Lui dice questo, ma altri sostengono che era così in alto in classifica perché il principe aveva usato le proprie risorse per i call center e sappiamo quanto il televoto all'epoca fosse importante per ovvi motivi. Tenendo conto di questo, o sono tutte congetture o è tutto vero. Se fosse tutto vero sarebbero stati loro i primi a cominciare una sorta di bluff, chiaramente. Poi, sono tutte illazioni passabili anche di denuncia. Fino a quanto tutto quello che è stato detto su quell'anno non viene dimostrato, io dico che ognuno deve fare pace con il risultato. Anche perché sono passati 13 anni, è meglio andare avanti". 

Pierdavide Carone interv
Credits: Virginia Berroja

“Cosa mi disse Lucio Dalla”

Nel 2012 hai partecipato al Festival di Sanremo con Lucio Dalla portando il brano dal titolo Nanì. Qual è stata la cosa che più ti ha colpito, tra tutte quelle che ti ha detto?

"Facemmo un'intervista con Vincenzo Mollica e fu una delle poche che volle fare insieme a me durante tutta la settimana sanremese. Lui rifiutava di fare le interviste con me perché voleva che io avessi tutto il mio spazio. Fu molto signorile in questo. Si defilava per far sì che la gente conoscesse me, più che lui, che era già noto. Per Mollica, naturalmente, fece un'eccezione. Lui gli chiese cosa lo colpisse di più di me. Dalla rispose che io ero un vero musicista, mentre lui, un musicale. All'epoca mi sembrava un grande complimento, col senno di poi mi sono reso conto che il complimento lo stavo facendo a se stesso. Secondo me, nella musica, per arrivare ai cuori delle persone, è più importante essere musicali che musicisti. Col passare degli anni mi sono reso conto che le accademie ti insegnano la musica, non la musicalità. Nella musica, poi, ci sono anche le regole del cuore, senza quelle non vai da nessuna parte. Dalla le conosceva benissimo". 

E tu, credi di conoscerle le regole per arrivare al cuore dei tuoi ascoltatori? Pensi di averle imparate?

"No. Noi oggi viviamo in un'epoca molto particolare. Oggi, il cuore delle persone può essere anche colpito da questi fulmini a ciel sereno, che possono essere i trapper, per esempio. Al giorno d'oggi è veramente molto difficile intercettare il pubblico. Si va oltre i concetti di musicista e musicale, magari oggi ai ragazzi piace qualcuno che canta perché arrabbiato e quello arriva ai loro cuori". 

“Nella musica di oggi manca il coraggio”

Questo nuovo genere musicale, che circola nei talent come Amici, ma anche a Sanremo, mi pare di capire che non ti piaccia molto, giusto?

"Il problema è che quando ti inizia a non piacere un genere nuovo, stai invecchiando, e quindi questo potrebbe essere il motivo. Il problema, poi, è che se uno ogni volta facesse un rapporto di genere, ci si renderebbe conto che è sempre avvenuto un cambiamento rispetto agli anni precedenti nella musica. Quella di oggi sicuramente è semplificata rispetto al passato, ma è un cerchio. Inizialmente la musica era molto semplice, poi è diventata complessa e ora nuovamente semplice. Oggi, poi, funziona tutto in modo diverso, molti giovani caricano la loro stessa musica su TikTok, per esempio. Io non sono abituato e faccio fatica. Forse perché ho 35 anni, magari se ne avessi 18 sarebbe stato diverso. Anche programmi come Amici e Sanremo sono cambiati proprio perché si sono adatti agli ultimi trend, alle cose che piacciono di più adesso, così come avveniva quando io stesso ho partecipato al programma". 

Nel 2018 è uscita la canzone insieme ai Dear Jack, Caramelle, nella quale tu parli di varie forme di violenza. Quanto pensi che sia attuale oggi, dopo quasi 5 anni? 

"Io penso che noi in quanto appartenenti alla specie animale abbiamo la violenza intrinseca dentro di noi. Ciò che differenzia l'uomo dalle bestie è l'intelletto. Per questo, gli uomini hanno una grande responsabilità, noi possiamo controllare i nostri comportamenti, mentre gli animali no. Un modo per riuscire per esempio a canalizzare questa violenza, che non scomparirà mai perché è intrinseca in noi, è magari trovare una valvola di sfogo, come per esempio nell'arte. Non è vero che prima c'era meno violenza, se ne parlava solo meno rispetto ad oggi, ma c'è sempre stata". 

Il ritorno sulle scene musicali di Pierdavide Carone

In merito ad un tuo ritorno sulle scene musicali, cosa puoi anticiparci? 

"Ho tanti brani in questo momento che vorrei uscissero fuori. Ho scritto, per esempio, delle nuove canzoni d'amore che mi proiettano in un'età diversa e quindi mi piacerebbe raccontare l'amore a 35 anni. Ovviamente ci sono stati dei cambiamenti in me da quando cantavo la Ballata dell'ospedale o Di notte. Mi piacerebbe poi parlare di tanto altro, di quello che succede intorno a noi e nel mondo. Per esempio, nelle mie future canzoni vorrei tanto parlare di bullismo e di guerra nel mondo. Ecco, una cosa che manca alla musica di oggi. Gli artisti sembrano tutti egocentrici, parlano del loro 'io', ma nel mondo di oggi ci sono tante cose di cui parlare. Secondo me bisogna ritrovare un po' di coraggio. Oggi, questo manca. Al di là di ciò che può piacere o meno, anche quelli che fanno musica contemporanea dovrebbero svegliarsi un attimo e raccontare del mondo che continua ad avere i suoi problemi, così come li aveva negli anni '60, per esempio. Non c'è nessuno che li canta più". 

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