L'importanza della figura dell'assistente sociale e le carenze sul territorio italiano: la nostra intervista a Barbara Rosina, presidente dell'Ordine degli Assistenti Sociali
La figura dell'assistente sociale riveste un ruolo di grande importanza nella società. Figure troppo spesso sottovalutate, di cui, però, e soprattutto in determinati, difficilissimi territori, si avverte un disperato bisogno. Professionisti al servizio della comunità, per promuovere il benessere e la qualità della vita delle persone e delle famiglie. Il cui obiettivo è quello di aiutare gli individui ad affrontare e superare le sfide e le difficoltà della vita quotidiana. Sostegno e consulenza per chi si trova in situazioni di disagio, come problemi di salute mentale, violenza domestica, dipendenze, difficoltà economiche o sociali.
E ancora, gli assistenti sociali svolgono un ruolo essenziale nel campo della protezione dell'infanzia, impegnati nella prevenzione e nell'intervento in situazioni di maltrattamento o abuso sui minori. Una figura professionale indispensabile, votata a promuovere l'inclusione e la giustizia sociale, oltre che a portare avanti la lotta contro la discriminazione, l'oppressione e le disuguaglianze, difendendo i diritti delle persone svantaggiate e lavorando per creare condizioni di vita più equilibrate e giuste. Creando reti di supporto e svolgendo un ruolo di mediazione e di collegamento tra le persone e le istituzioni.
Abbiamo intervistato la presidente dell'Ordine degli Assistenti Sociali, Barbara Rosina.
Sos Assistenti Sociali, il problema in Italia. Intervista alla presidente dell'Ordine, Barbara Rosina
Presidente, quali sono le sfide dell'Ordine?
Gli assistenti sociali lavorano in tutti gli ambiti della vita delle persone. Possiamo intervenire sia in situazioni che riguardano le famiglie, gli anziani, i disabili, o ancora in supporto di chi è affetto da malattie mentali, ma anche di chi ha problemi con la giustizia. Interveniamo per affiancare le persone in qualunque ambito della loro vita. Le sfide sono trasversali, se pensiamo ad esempio alla salute delle persone. Chi soffre di una patologia mentale ha difficoltà ad inserirsi nella società, e non è sufficiente la semplice cura della malattia, se non curiamo anche il mondo intorno, le reti sociali dell'ammalato, e così via. Nel periodo della pandemia sono stati studiati degli interventi straordinari per le persone che erano in ospedale con a casa parenti malati o disabili, o ancora genitori con bimbi piccoli. Gli assistenti sociali intervengono per far tornare le persone alla loro vita normale.
In riferimento a diversi recenti casi di cronaca, è innegabile quanto fondamentale sia la figura dell'assistente sociale, specie se ci sono dei minori coinvolti. Le più recenti proposte di legge parlano di rivedere l'imputabilità dei minori responsabili di reati.
Nei confronti di chi commette reati, il lavoro da fare deve essere finalizzato alla comprensione del reato e al riconoscimento del danno delle vittime. Lavorare, quindi, sull’intera vita della persona, e capire come si è arrivati a quel reato. Aumentare le pene o abbassare l'età della punibilità, per noi non è la soluzione. Ci sono troppi territori che non rispettano il numero previsto per legge di assistenti social, e cioè uno ogni 5000 abitanti. Zone della Campania, della Calabria, della Sicilia che non arrivano nemmeno a un assistente ogni 20mila persone.
Abbiamo fatto una ricognizione sui consultori, che dovrebbero essere il luogo di vicinanza e di prossimità, dove non si dovrebbe solo parlare di prevenzione della gravidanza. Ma in cui si dovrebbero aiutare le famiglie nella gestione dei figli, i figli con le difficoltà nelle relazioni sociali, come il fenomeno del bullismo o quello degli hikikomori. E ancora tematiche come l'abbandono scolastico. Nei consultori d'Italia manca più del 70% di assistenti sociali previsti.
Perché mancano? Dove nasce la difficoltà?
Basti pensare alla scarsità delle stesse figure amministrative e alle difficoltà di governance degli stessi territori, che non partecipano neanche ai bandi per assumere personale. Il problema è a monte: non funzionano i servizi, e quindi non si fanno concorsi, non si chiedono finanziamenti.
La questione Caivano
Tornando al problema minori e alla mancanza di assistenti sui territori, un esempio su tutti è il duplice stupro avvenuto questa estate a Caivano, a danno di due ragazzine. In questo comune della Campania, su 36mila abitanti c'erano solo tre assistenti sociali, l’ultima delle quali appena assunta.
Su Caivano non basta un incremento delle sole forze dell'ordine, se non c'è quello degli assistenti sociali. La nostra figura potrebbe servire da catalizzatore per territori difficili come questo. Il caso di cronaca ha creato un'onda mediatica importante, sono state fatte diverse promesse. Qualcosa si è mosso, ma ricordiamo che intorno a Caivano ci sono tanti altri comuni nella stessa situazione. Non ci sono scuole materne: bisogna fare un grande lavoro di potenziamento delle scuole dell'infanzia. Ci sono donne che si devono prendere cura dei propri figli e che per questo non lavorano.
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