Il caso della morte della piccola Diana provoca ancora una certa eco in Italia. In attesa della conclusione del processo che vede imputata Alessia Pifferi, madre della bambina, si cerca di far luce sugli istanti in cui è stato scoperto il corpicino senza vita della piccola
Uno dei casi di cronaca nera più drammatici e inenarrabili degli ultimi anni. Quello della morte, per stenti, della piccola Diana, deceduta a 18 mesi dopo esser stata lasciata, per lunghi giorni, senza cibo né acqua. Completamente da sola nella casa di Milano in cui viveva con sua madre. Il caso risale al luglio dell'anno scorso, quando la bambina fu trovata senza vita nella sua culla.
La principale indiziata per la terribile morte di Diana è Alessia Pifferi, 37enne madre della bambina, che al momento si trova in stato di fermo. Rinchiusa nel carcere di San Vittore (dove, peraltro, nelle scorse settimana è stata aggredita dalle altre detenute), la donna è accusata di aver lasciato la figlioletta da sola per sei giorni. Secondo l'autopsia sulla salma della bambina, Diana è morta per disidratazione, dal momento che non beveva né mangiava da giorni, nella insopportabile calura di luglio.
In questi giorni, le principali trasmissioni televisive stanno riportando, per analizzarla e scandagliarla, l'intervista, realizzata da Mediaset, all'operatrice sanitaria tra le prime ad entrare nell'appartamento in cui Diana aveva trascorso le ultime, tragiche ore della sua esistenza. La soccorritrice ha raccontato gli istanti immediatamente successivi al ritrovamento del corpo, ormai senza vita, della bambina. Fornendo la sua versione dei fatti, dettagli importantissimi per le indagini, e per l'accusa nei confronti di Pifferi.
L'avvocato di Alessia Pifferi commenta in diretta le parole della prima soccorritrice della piccola Diana#Mattino5 pic.twitter.com/1WzR02sk4P
— Mattino5 (@mattino5) October 23, 2023
Alessia Pifferi, "la soccorritrice dice bugie: dimentica quel che ha detto nel processo": l'accusa dell'avvocato della madre di Diana
"Non l'ho minimamente vista piangere, non la vedevo preoccupata. Ha iniziato a preoccuparsi solo nel momento in cui ha realizzato che stava arrivando la polizia, e che sarebbe andata in prigione". Queste parole rappresentano un passaggio cruciale nell'intervista, rilasciata al programma Mediaset Quarto Grado, dalla soccorritrice.
Interpellata da Federica Panicucci in diretta su Canale5, Alessia Pontenani, ovvero l'avvocato che assiste Alessia Pifferi, ha detto, commentando le dichiarazioni della operatrice sanitaria: "La soccorritrice dimentica di dire quel che ha detto al processo, e cioè che la signora, intanto, aveva assunto del Valium che le era stato dato dai soccorritori, perché era molto agitata". "Racconta queste bugie che non stanno né in cielo né in terra, perché non ci voleva niente a capire che non c'era nessuna baby sitter", aggiunge l'avvocato Pontenani. "Ciò dimostra che è una persona che non è in grado di fare nulla della sua vita".
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