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Le Iene, Nicola Barraco intervista i soccorritori dell'incidente di Mestre e fa luce su un inaspettato problema: "È necessario?"

L'emozionante servizio di Nicola Barraco, inviato de 'Le Iene', che ha intervistato alcuni dei soccorritori delle persone coinvolte nella tragedia di Mestre, avvenuta una settimana fa.

Una settimana fa, si è verificata una vera e propria tragedia a Mestre, una località del comune di Venezia. Nella serata di martedì 3 ottobre, infatti, un autobus pieno di turisti è caduto da un cavalcavia. La tragedia ha portato alla morte di ventuno persone, e al ricovero di altre quindici persone. Un inviato de Le Iene, Nicola Barraco, ha intervistato alcuni dei soccorritori delle persone che sono rimaste coinvolte nell'incidente.

In particolare, Barraco ha intervistato Bujar Bucaj, Boubacar Tourè e Godstime Erheneden, tre dei soccorritori che hanno prestato soccorso alle persone coinvolte. Tre persone normalissime: non sono dei soccorritori o dei vigili del fuoco, ma dei semplici cittadini che hanno dato una mano. L'inviato ha raccontato le loro storie, parlando dei problemi che hanno affrontato e facendo luce su alcune situazioni di cui non si è parlato.

Le Iene: il servizio di Nicola Barraco sulla tragedia di Mestre

"Bujar, senza nessun attrezzo, riesce ad estrarre due fratellini: un maschio di tredici anni e una bimba di nove", ha spiegato l'inviato. Nelle immagini circolate sui social, si vede anche Bujar, che da subito ha dato una mano. "Dopo quattro minuti del mio intervento, sono iniziate le fiamme. La cosa più grave è che, in pochi minuti, tutte le persone presenti lì, potevano fare tutto, tirare fuori tutti. Magari erano morti lo stesso, ma almeno facevamo il nostro dovere", ha spiegato Bujar, segnalando che molte delle persone presenti non hanno aiutato, e alcuni hanno solo fatto dei video.

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Boubakar, intervistato da Nicola Barraco. (Fonte: Le Iene - Italia 1).

"Ho allungato il collo e ho visto il bus che cadeva", ha raccontato, invece, Godstime, "Sono corso in cucina a dirlo a Boubakar e Odion". Tutti e tre, che abitano nell'appartamento che affacciava proprio sul luogo dove si è consumata la tragedia, sono subito accorsi ad aiutare. "Il pullman era per terra, c'era il fumo e anche il fuoco", ha detto Boubacar.

"E nel frattempo, sempre più persone filmano", ha spiegato Barraco. Nell'attesa dei vigili del fuoco, solo alcune persone avrebbero cercato di contribuire per spegnere le fiamme, mentre tanti altri, secondo quanto spiegato da Barraco, avrebbero soltanto scattato foto e registrato video. "Fortunatamente, poco dopo, sono arrivati i vigili del fuoco", ha detto l'inviato, e i soccorritori hanno aiutato i vigili del fuoco.

I problemi segnalati dall'inviato

Oltre al fatto che molte persone non avrebbero aiutato i soccorritori, l'inviato de Le Iene ha fatto luce su un altro, inaspettato problema. "In tanti li hanno chiamati eroi, ma poi, spesso, hanno aggiunto altre parole. E se i tg parlano di immigrati africani, i giornali sottolineano che Bujar viene dal Kosovo. Ma è davvero così importante sapere dove sono nati? È il colore delle bandiere e della pelle a distinguerci, o, piuttosto, a renderci diversi è il senso civico che abbiamo di fronte a una tragedia?", ha chiesto Barraco.

L'inviato ha, poi, concluso il servizio ne 'Le Iene' a Mestre, fornendo le ultime novità sul caso: "I passeggeri sopravvissuti sono ricoverati in diversi ospedali del Veneto. Alcuni stanno migliorando, altri sono ancora in terapia intensiva. Un ragazzo tedesco è già stato dimesso; purtroppo, però, la sua bimba non ce l'ha fatta. 'Se sono ancora qui, è stato per un angelo custode', ha dichiarato, o forse si tratta solo di qualcuno con un grande coraggio. E quello, di sicuro, non ha nessuna bandiera", ha detto.

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