Il Garante dei Detenuti: "Ecco cosa sta succedendo"

Il Garante dei Detenuti boccia il nuovo decreto: "Il caso-Caivano si poteva evitare"

Spigliato, esuberante, vispo e mai banale. Il Garante dei Detenuti della Campania, Samuele Ciambriello, è un fiume, anzi, una cascata di pensieri, riflessioni e parole dettate dal periodo caldo che si sta vivendo all'interno delle carceri. Non è un fenomeno nuovo, ma visti i recenti casi di cronaca avvenuti in Italia, spesso dettati da una violenza inaudita, abbiamo voluto sentire il Garante su ciò che sta accadendo all'interno del sistema carcerario. 

L'intervista al Garante dei Detenuti Samuele Ciambriello

Il caso Caivano e le violenze di Palermo rappresentano una spiacevole pagina di cronaca dell'Italia. Per questo motivo, il Governo ha pubblicato il decreto-legge per contrastare la violenza giovanile. Un successo o un autogol?

"Nonostante sia favorevole al miglioramento delle misure, questo decreto-legge è un passo indietro. In Italia 2.027 minori, di cui 436 stranieri sono stati accusati di reati a sfondo sessuale. Nessuno se n'è importato mai. Ogni tanto però dobbiamo parlare di qualche caso eclatante. I 14enni non possono essere giudicati come una persona di 50 anni. Se prima le famiglie che non mandavano i figli a scuola ricevevano 30 euro dallo Stato, adesso entrambi i genitori andranno in carcere. E questo significa sempre più carceri piene, sovraffollamento e tanto altro ancora. C'era bisogno di prevenzione, non repressione".

A tal proposito, ultimamente abbiamo assistito a due serie tv girate a Napoli di grande successo: Gomorra e Mare Fuori. Cosa pensa della spettacolarizzazione del crimine in tv? Davvero, come dicono alcuni politici, può risultare deleteria per le future generazioni?

"Mare Fuori mi sembra che almeno sia un po' meglio di Gomorra, dove almeno si affronta la tematica del riscatto personale. Certo, c'è moltissima finzione: a Nisida non ci sono ragazze che possono incontrarsi coi ragazzi. Però, io ho visto Don Matteo per 13 anni, non mi sembra che ci sia stato un aumento dei preti in Italia. Dire che aumentano i delinquenti mi sembra sbagliato. Quello che vedo è che c'è una mitizzazione del crimine e non dell'altra faccia. Basta un po' di lievito per far fermentare la pasta: mettiamo qualche figura positiva. Tutto qui".

Quali sarebbero le criticità ancora presenti all'interno del sistema carcerario italiano?

"Strutture obsolete, fatiscenti e settecentesche: l'habitat è fondamentale. Il sovraffollamento: ci sono 12.000 detenuti in più rispetto a quanti posti letto disponibili. Il diritto allo studio: un corso per al massimo 8 detenuti mi sembra abbastanza opinabile. Mancano gli educatori: 900 immigrati e 6 mediatori culturali, come si può andare avanti così? In tutta Europa i detenuti hanno i telefoni, perché i legami affettivi sono fondamentali. Hanno una scheda e possono chiamare solo determinati numeri e sono ascoltati. Qui bisogna privare dei telefoni e incrementare il business della malavita all'interno delle prigioni. La sanità: solo in Campania ci sono 7.000 detenuti per 36 posti disponibili negli ospedali".

Come avviene il reinserimento nella società dei detenuti?

"Partiamo dal presupposto che se 1.000 detenuti escono dal carcere e gli viene data la possibilità di avere un lavoro degno e grazie al quale può sostenersi, avremmo le città più sicure. Ma se invece, ogni detenuto deve versare 1.000 euro all'anno per ogni anno di mantenimento ricevuto in carcere, allora la situazione diventa subito complicata. In Italia nel 2000 avevamo 30.000 detenuti, oggi 56.000; nel 2000 c'erano 3.000 persone agli arresti domiciliari, oggi 77.000. Ci sono leggi che hanno quintuplicato la pena. Io non voglio dargli una medaglia, ma gli faccio fare i lavori socialmente utili. Oggi il 70% delle persone che ha commesso un reato, ritorna in carcere. Bisogna potenziare e investire in uno staff che possa comprendere le necessità dei detenuti appena usciti di prigione e cambiare le leggi".

Il boss Matteo Messina Denaro è morto in ospedale dopo 9 mesi di carcere. Si poteva evitare?

"Non credo si potesse evitare. Il suo era uno stato avanzato di tumore al colon. Credo abbia ricevuto lo stesso trattamento di tanti altri carcerati. Quello che penso, perché ci credo fermamente, è che non bisogna comportarsi alla maniera di Matteo Messina Denaro e dunque non essere uno Stato vendicativo. Io sono dell'idea che si debba avere il diritto di morire a casa propria".

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