Terra dei Fuochi, l'emozionante ricordo di Luca Abete: "Non dimenticherò mai quello che mi dicevano i cittadini"

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Luca Abete, inviato di Striscia la Notizia, ha raccontato a Tuttonotizie la genesi delle sue battaglie nella Terra dei Fuochi

L'espressione "Terra dei fuochi" è adesso, e ormai da tempo, tristemente nota in tutta Italia. Essa fa riferimento a un'area piuttosto estesa, che interessa una parte della regione Campania. Quest'area è interessata dalla presenza di numerose discariche abusive e di vari rifiuti tossici e speciali, che sono stati sotterrati nelle vicinanze di terreni dove si praticano coltivazioni agricole. In particolare, il territorio è compreso fra le province di Napoli e Caserta. Secondo un report realizzato dall'Istituto Superiore della Sanità e dalla Procura di Napoli Nord, 38 comuni situati tra queste due province rientrerebbero nella zona denominata "Terra dei Fuochi".  Nel report, realizzato tra il 2016 e il 2019, si legge che la sua estensione totale si aggira intorno ai 426 chilometri quadrati, e che l'area è abitata, complessivamente, da circa un milione di abitanti.

Secondo un'indagine dell'ARPAC - Agenzia Regionale Protezione Ambientale della Campania, il territorio sarebbe ancora più esteso, seppur diviso in fasce di rischio diverse. I comuni interessati, in questo caso, sarebbero 90 comuni, di cui 56 nella provincia di Napoli e 34 nella provincia di Caserta. La popolazione totale esposta arriverebbe, così, addirittura a tre milioni. Tre milioni di persone che, da vent'anni e forse più, corrono gravi rischi per la loro salute. Molteplici analisi hanno dimostrato, infatti, che respirare i fumi dei roghi appiccati nelle discariche e, soprattutto, consumare prodotti agricoli contaminati dai rifiuti tossici che si trovano sotto terra, aumentano in maniera spropositata il rischio di contrarre tumori mortali.

Terra dei Fuochi: l'emozionante ricordo di Luca Abete, inviato di Striscia la Notizia

Secondo uno studio pubblicato dalla nota rivista scientifica inglese The Lancet Oncology, già nel 2004, nel cosiddetto triangolo della morte, e cioè nell'area compresa tra i comuni di Acerra, Nola e Marigliano, tutti e tre nella provincia di Napoli, l'indice di mortalità annuale per tumori al fegato negli uomini era addirittura del 38.4, dove la media nazionale è del 14. Tale studio, realizzato dagli scienziati Kathryn Senior e Alfredo Mazza, fece luce per la prima volta su questo problema che però, per molto tempo, fu sottovalutato.

Tra i primi programmi televisivi che posero la loro attenzione sulla questione, c'è sicuramente Striscia la Notizia. Già dal 2009, infatti, il noto inviato Luca Abete realizza servizi dedicati alla Terra dei Fuochi. È anche grazie al suo lavoro che, adesso, il problema è conosciuto e affrontato anche a livello nazionale ed europeo. Negli ultimi anni, infatti, sono stati approvati e finanziati numerosi progetti, a livello comunitario, nazionale e regionale, volti a riqualificare la zona. Nel 2022, ad esempio, è stato sottoscritto il Contratto Istituzionale di Sviluppo (CIS) della Terra dei Fuochi, che ha stanziato fondi per 200 milioni di euro, volti a finanziare 67 progetti di riqualificazione.

Ai microfoni di Tuttonotizie, Luca Abete ha ricordato i suoi primissimi servizi dedicati all'argomento. "Non dimenticherò mai le prime battaglie sulla Terra dei Fuochi. Non esisteva ancora quest'espressione. In quegli anni io giravo tantissimo, e mi sono reso conto che, nelle campagne tra Napoli e Caserta c'erano tantissime colonne di fumo", ha ricordato. L'inviato si è soffermato, soprattutto, sulle reazioni dei cittadini che, inizialmente, sembravano sottovalutare la gravità del problema, nonostante venissero appiccati roghi ogni giorno. "Ero stupito, non tanto dal fatto che succedesse ciò, ma dalla leggerezza con cui le persone raccontavano queste cose. Poi mi raccontavano, però, che la sera, anche quando faceva caldo, si chiudevano in casa perché l'aria era irrespirabile. E quindi capii che qualcosa di grave si stava consumando", ha raccontato.

I servizi per Striscia la Notizia

A questo punto, ha proseguito Abete, insieme alla sua troupe ha cominciato a realizzare i primi servizi sull'argomento. "Nelle campagne, quando vedevo una colonna di fumo, correvo, sperando di trovare qualcuno. E qualche volta li abbiamo anche beccati! All'inizio, la battaglia è stata durissima, perché i soliti haters dicevano che denigravo Napoli e la Campania", ci ha spiegato. Per fortuna, però, alla fine tutti hanno compreso la gravità del problema. "La grande riscossa del territorio è arrivata dalle proteste di tanti cittadini, che si sono uniti per manifestare. Per fortuna, tante cose poi sono cambiate, ma ci è voluto davvero tempo e l'inizio, devo dire la verità, è stato davvero duro", ha confessato, infine, l'inviato di Striscia la Notizia.

Continuate a seguirci per la video intervista completa. Ricordiamo che per la riproduzione, anche parziale dell'intervista è obbligatorio citare Tuttonotizie.eu.

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