Fisco, ecco quando scattano i controlli sul Bancomat: i dettagli

Quando il Fisco può controllare i pagamenti effettuati tramite Bancomat per controllare che sia tutto in regola? Scopriamolo in questo articolo

Negli ultimi anni, in Italia, il numero dei pagamenti tramite contanti da parte dei cittadini sta iniziando a ridursi in maniera evidente. Se per molto tempo, infatti, mentre molti stati europei "si convertivano" al POS, gli italiani sono rimasti attaccati a monete e banconote, adesso le cose stanno iniziando a cambiare. Il passaggio al pagamento tramite bancomat è stato reso più veloce a partire dal 30 giugno 2022, quando il Decreto Legge n.36 del 2022 ha stabilito l'obbligo per commercianti e professionisti di accettare i pagamenti con il POS.

Com'è noto, i pagamenti tramite carta o bancomat possono essere soggetti al controllo del Fisco. In particolare, l'Agenzia delle Entrate distingue due tipologie di attività collegate all'utilizzo del bancomat: i prelievi di denaro e gli acquisti tramite la carta. Ci sono, in particolare, determinate operazioni che possono far "scattare l'allarme" e far procedere l'agenzia fiscale con l'espletamento dei controlli. Vediamo quali sono e per quale motivo l'Agenzia delle Entrate procede con i controlli fiscali.

Bancomat, quando il Fisco può controllare i pagamenti? Ecco i dettagli

Per quanto riguarda i prelievi di denaro, il controllo può scattare quando questi superano i 1.000 euro giornalieri o i 5.000 euro mensili. Come riporta BusinessOnline.it, queste soglie riguardano i titolari di negozi e attività commerciali. Questi ultimi devono, infatti, giustificare i prelievi effettuati nel caso raggiungano tali limiti. Per tutti gli altri, invece, c'è la soglia di 10.000 euro mensili. Dopo aver superato questa soglia, può partire automaticamente una segnalazione alla Banca d'Italia, e in particolare all'Unità di informazione finanziaria.

I controlli da parte del Fisco scattano perché prelievi e pagamenti di tale entità possono generare dubbi sui motivi per i quali questi ultimi vengono effettuati. Come riporta il portale precedentemente menzionato, infatti, una differenza del 20% tra le entrate e le uscite monetarie può generare sospetti. Tra questi, l'esistenza di attività che possono portare a guadagni che non vengono dichiarati. L'Agenzia delle Entrate può anche controllare i pagamenti tramite bancomat quando si richiedono delle detrazioni fiscali che, di norma, valgono soltanto su quei pagamenti che sono tracciabili. In questo caso, il Fisco controllerà che i pagamenti avvenuti siano regolari e che non ci siano discrepanze con quanto dichiarato nel modello 730 per ottenere le agevolazioni fiscali.

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