Pulizie di casa, quando è meglio non lavare i vetri: il consiglio d’oro del prof di fisica

Pulizie domestiche e vetri, le indicazioni della fisica per evitare gli aloni

L’accumulo di aloni sulle superfici trasparenti rappresenta uno dei problemi più ricorrenti nelle pulizie domestiche. Le finestre, pur apparendo semplici da trattare, richiedono accortezze tecniche che evitano residui e opacità indesiderate. La formazione degli aloni dipende spesso da detergenti scelti senza criterio, acqua troppo fredda o condizioni ambientali non favorevoli. Un approccio più consapevole allo sporco, ai materiali e persino alla fisica dei tensioattivi permette di ottenere superfici nitide con gesti mirati e prodotti comuni. I consigli di Vincenzo Schettino, divulgatore scientifico noto sui social come @lafisicachecipiace, offrono un punto di vista rigoroso ma estremamente pratico per comprendere i meccanismi invisibili che regolano la pulizia quotidiana.

La formazionedegli aloni, spiega il prof id fisica più famoso d’Italia, deriva spesso dal comportamento dei tensioattivi, molecole presenti nei comuni detergenti. “I tensioattivi sono molecole che si legano allo sporco, per trasportarlo via con l’acqua che scorre. Quando però il detergente non viene rimosso completamente dai vetri, resta legato insieme allo sporco sulla superficie e questo è quello che noi vediamo come alone”. Una pulizia efficace nasce quindi dalla capacità di rimuovere completamente la miscela di acqua, sporco e tensioattivo che si deposita sui vetri durante il lavaggio.

Il ‘falso mito’ che più detersivo corrisponda a maggiore brillantezza spesso produce l’effetto opposto: un eccesso di tensioattivi rimane sul vetro, accentuando gli aloni e rendendo necessarie ulteriori passate. La chiave è l’equilibrio fra detergente, acqua e temperatura. La parte acquosa scioglie e sospende le particelle di polvere, mentre il tensioattivo le trascina via; se però l’acqua evapora troppo in fretta o se viene usata in quantità insufficiente, ciò che resta aderisce alla superficie sotto forma di residui.

Vetri, perché evitare il sole e scegliere l’acqua calda modifica il risultato

Una corretta gestione delle condizioni esterne costituisce un altro elemento determinante. Schettino precisa: “Allora, per i vetri esterni, evitate di lavarli sotto al sole: meglio lavorare all’ombra, perché dopo la prima passata, il sole fa evaporare prima del previsto la componente acquosa, lasciando sul vetro solo il detersivo, cioè l’alone.” L’evaporazione accelerata compromette il processo di rimozione perché sottrae il supporto liquido necessario per trascinare via lo sporco.

Anche la temperatura dell’acqua influisce in modo diretto sul comportamento dei detergenti e sull’adesione delle particelle alla superficie. Ancora Schettino: “Regola generale per tutti i vetri: usate acqua calda mista a poco detersivo. L’alta temperatura dell’acqua calda, infatti, rende meno viscosi i detersivi, impedendo al poco detersivo di legarsi saldamente alla superficie del vetro. Inoltre, l’acqua calda rende molto più deboli i legami fra vetro e sporco, che quindi viene rimosso più facilmente. Strumento bonus, anche ecologico: la patata. Il suo interno infatti, è pieno di proteine e pectine, molecole che abbassano la tensione superficiale, agendo esattamente come i tensioattivi dei detergenti. Allora tagliate a metà una patata cruda, e strofinatela sul vetro spolverato. Poi non dovete far altro che risciacquare bene, solo con acqua”.