Quando si vola per ore, soprattutto nei lunghi viaggi intercontinentali, la promessa di un pasto caldo incluso nel biglietto può sembrare una piccola consolazione. D’altronde i biglietti aerei non costano poco e quasi tutti vogliono sfruttare la possibilità del pasto incluso. Eppure, secondo il travel creator Kash Khan, è meglio pensarci due volte prima di accettare quel vassoio di plastica con pollo al curry o pasta precotta. In un video diventato virale, l’esperto ha lanciato un messaggio diretto: “Mai mangiare il cibo sugli aerei, anche quando è gratis”. Ma perché? La risposta non è solo una questione di gusto: c’entra la fisiologia, la chimica e anche un po’ di buon senso.
Il motivo scientifico: il gusto cambia a 10.000 metri
Durante un volo, la pressione e l’umidità all’interno della cabina alterano in modo significativo la percezione del sapore. Uno studio del 2010 condotto dal Fraunhofer Institute for Building Physics ha dimostrato che a 10.000 metri d’altitudine le papille gustative perdono fino al 30% della loro sensibilità. In pratica, i cibi che a terra sembrano normali, in aria appaiono insipidi.
Per compensare questa perdita, le compagnie aeree aggiungono grandi quantità di sale, zuccheri e additivi artificiali per “ricostruire” il gusto originale. Tra i più usati ci sono Monosodium Glutamate (glutammato monosodico) e sodium nitrate (nitrito di sodio), due ingredienti che migliorano il sapore ma possono affaticare lo stomaco e aumentare la ritenzione idrica. L’aria secca in cabina, inoltre, rallenta la digestione e favorisce la sensazione di gonfiore e pesantezza, motivo per cui molti passeggeri si sentono stanchi o nauseati dopo aver mangiato a bordo.
Cosa succede al corpo durante il volo
Il mix tra pressione ridotta, disidratazione e digestione rallentata crea un piccolo “stress metabolico”. Il corpo reagisce producendo più gas intestinali e trattenendo liquidi. Se a questo si aggiunge un pasto salato e ricco di grassi, il risultato è prevedibile: stomaco gonfio, gambe pesanti e senso di affaticamento. Non è un caso che molti viaggiatori preferiscano evitare il cibo a bordo e concentrarsi sull’idratazione, bevendo solo acqua o tisane leggere.

Gli esperti sottolineano che la qualità dei pasti serviti in volo varia molto, ma anche i menù “premium” non riescono a evitare l’eccesso di condimenti. Il problema non è solo cosa mangi, ma dove lo mangi. A quell’altitudine, anche un pasto sano diventa più difficile da digerire.
Cosa portare da casa: strategie pratiche per mangiare meglio
Chi viaggia spesso può adottare strategie semplici per evitare il cibo servito a bordo. Portare con sé snack leggeri e nutrienti è la scelta più intelligente, sempre nel rispetto delle regole di sicurezza aeroportuale. Un panino con pollo o bresaola, cracker integrali non salati, frutta fresca tagliata o verdure crude come carote e finocchi sono ottime alternative. Sono cibi che saziano, non gonfiano e non emanano odori fastidiosi per gli altri passeggeri.
Un’altra accortezza è quella di mangiare poco e spesso invece di un unico pasto abbondante. Questo aiuta a mantenere la digestione più leggera e riduce la sensazione di pienezza che si accentua durante il volo. È importante anche evitare snack fritti, troppo salati o ricchi di spezie, che accentuano la sete e il gonfiore.
Alimenti da evitare prima e durante il volo
Chi viaggia dovrebbe tenersi alla larga da alcuni alimenti che peggiorano la digestione in quota: cibi fritti, grassi, insaccati e snack confezionati con troppo sodio. Anche i piatti con salse pesanti, aglio e cipolla possono risultare fastidiosi in un ambiente chiuso come la cabina.
Tra le bevande da evitare rientrano alcolici, caffè e bibite gassate, che aumentano la disidratazione e il gonfiore. Meglio puntare su acqua naturale e succhi non zuccherati, bevuti a piccoli sorsi durante tutto il volo. E se proprio non si vuole rinunciare a qualcosa di dolce, una manciata di frutta secca o una barretta proteica è più che sufficiente.
Viaggiare leggeri, anche a tavola
Volare non significa per forza mangiare male. Con un po’ di preparazione e consapevolezza, è possibile viaggiare in modo più sano e confortevole. Preparare una piccola “lunch box” prima di partire, scegliere alimenti facili da conservare e restare idratati fa davvero la differenza. Molte compagnie permettono anche di segnalare in anticipo esigenze alimentari particolari, come pasti vegetariani o senza glutine, ma la soluzione migliore resta sempre portare qualcosa di proprio.
Il messaggio di Kash Khan, in fondo, è semplice: il volo è un momento in cui il corpo è già messo alla prova, quindi dargli una mano con scelte alimentari più leggere è un regalo che ogni viaggiatore dovrebbe farsi. Meglio arrivare a destinazione lucidi, leggeri e pronti a godersi il viaggio, piuttosto che iniziare la vacanza con un mal di stomaco a 10.000 metri d’altezza.
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