Una protagonista fuori dagli schemi, un noir che unisce introspezione e mistero. La saga di Sara Morozzi di Maurizio De Giovanni è la lettura perfetta per chi ha amato Il Commissario Ricciardi e vuole ritrovare la stessa intensità narrativa, ma in una chiave più intima e contemporanea.
Chi ha apprezzato le indagini de Il Commissario Ricciardi, la cui trasposizione sul piccolo schermo vedremo stasera su Rai 1, troverà nella saga di Sara Morozzi un’evoluzione del medesimo sguardo profondo e malinconico di Maurizio de Giovanni. Se Ricciardi indaga sul dolore altrui attraverso la voce dei morti, Sara lo fa leggendo le labbra dei vivi, cogliendo segreti che nessuno osa confessare. Entrambi sono personaggi mossi da un’empatia dolente e da un forte senso di giustizia. Ma nel caso di Sara tutto si svolge in un presente più vicino e realistico, dove la solitudine e la disillusione diventano terreno fertile per il riscatto.
In Sara al tramonto, la protagonista è un’ex agente dei servizi segreti italiani, ritiratasi dopo tragedie personali che l’hanno resa invisibile al mondo. La morte del figlio, tuttavia, la costringe a riemergere. Dando inizio a una catena di indagini che intrecciano mistero, dolore e umanità. L’atmosfera, cupa e silenziosa, restituisce una Napoli lontana dalla cartolina, attraversata da ombre e fragilità.

Da Il Commissario Ricciardi a Sara Morozzi: due anime dello stesso autore
La saga di Sara Morozzi è molto più di una serie di gialli. Ogni romanzo — da Le parole di Sara a Un volo per Sara, fino a Il pappagallo muto — rappresenta un viaggio interiore nella memoria. Così come nel rimorso e nella capacità di ricominciare. Sara non è un’eroina classica: priva di vanità, lucida fino alla malinconia, si muove come un fantasma tra le vite degli altri. Scovando verità nascoste con una discrezione che diventa la sua arma più potente.
La sua abilità nel leggere il labiale è il simbolo di una sensibilità fuori dal comune. Sara ascolta ciò che non viene detto, decifra silenzi, costruisce legami invisibili. In questo si distingue dal Commissario Ricciardi, la cui condanna è “sentire” le voci dei defunti; Sara, invece, sceglie consapevolmente di ascoltare, e attraverso questo gesto ricompone il senso della vita.
Con la serie dedicata a Sara Morozzi, lo scrittore napoletano firma una delle sue opere più mature e toccanti. La Napoli che fa da sfondo non è quella vivace dei vicoli o delle tradizioni, ma una città sospesa, attraversata da correnti emotive e contraddizioni sociali. Nei romanzi si respira una malinconia collettiva, che abbraccia i personaggi secondari come Davide Pardo, ispettore disilluso, Viola, giovane fotografa in cerca di sé, e Teresa, amica e alleata di indagini.
Temi come la perdita, la rinascita, la giustizia e la solitudine vengono affrontati con una delicatezza rara nel panorama del noir italiano. Ogni caso risolto da Sara è un passo verso la riconciliazione con il proprio passato, un atto di amore verso ciò che resta della vita.
Chi seguirà stasera la trasposizione televisiva de Il Commissario Ricciardi su Rai 1 potrà scoprire, nei giorni successivi, un’altra dimensione dell’universo di De Giovanni: quella più silenziosa, più femminile, più profonda.
