Un viaggio nella Sicilia del Settecento e nella fantasia inesauribile di Andrea Camilleri
In queste settimane Rai 1 ripropone in replica la celebre fiction ispirata ai romanzi di Andrea Camilleri con protagonista il commissario Montalbano. Ma c’è un altro libro del celebre e compianto scrittore siciliano che merita di essere riscoperto: Il re di Girgenti. Un’opera diversa, intensa e sorprendente, che mostra un volto dello scrittore lontano dal giallo televisivo e vicino invece a una forma di racconto epico, poetico e profondamente umano.
Tra le pagine de Il re di Girgenti, Camilleri riporta alla luce un episodio realmente accaduto nel Settecento, ambientato nella Sicilia profonda. Il protagonista è Zosimo, un contadino che, stanco delle ingiustizie e delle disuguaglianze sociali, si proclama re di Girgenti, l’attuale Agrigento. Attorno a lui nasce una rivolta popolare che presto si trasforma in un sogno collettivo di libertà e dignità, destinato però a infrangersi contro la realtà del potere e del tradimento.
Il romanzo, pubblicato nel 2001, è un capolavoro di storia reinventata, dove la verità dei fatti si intreccia con la leggenda, e dove la Sicilia diventa metafora del mondo. Camilleri non descrive solo un’epoca: costruisce un teatro dell’anima, popolato di contadini, nobili, soldati e santi, in un equilibrio costante tra satira, dramma e ironia. È un viaggio nel cuore della terra e dell’uomo, nel confine sottile tra fede, follia e libertà.

Il re di Girgenti: quando la storia incontra la leggenda: il linguaggio come rivoluzione narrativa
Uno degli aspetti più straordinari de Il re di Girgenti è il suo linguaggio unico, una fusione di italiano, dialetto siciliano e parole inventate. Camilleri crea un idioma che sembra nato per essere raccontato ad alta voce, un’eco di antiche narrazioni popolari e teatrali. Ogni frase risuona come un canto, una messa in scena, un’esplosione di suoni e immagini.
Questo esperimento linguistico non è solo un vezzo stilistico, ma un atto di libertà creativa. Attraverso la lingua, lo scrittore restituisce dignità a un popolo e a una cultura spesso marginalizzati, trasformando la parola in strumento di resistenza. È la stessa forza che attraversa tutta la sua opera, ma qui si manifesta in modo totale, quasi visionario.
La critica ha visto nel romanzo un vero manifesto della poetica camilleriana: una letteratura che unisce impegno civile e invenzione fantastica, che parla del passato per illuminare il presente.
Il re di Girgenti non è solo un racconto storico, ma un romanzo universale sulla sete di giustizia, sulla fragilità del potere e sulla capacità di sognare. È un testo che commuove e fa sorridere, che intrattiene e fa riflettere, e che rappresenta una delle vette della narrativa di Camilleri.
Mentre le indagini del commissario Montalbano tornano sugli schermi, questo libro invita a conoscere il lato più profondo dello scrittore: quello del narratore epico, del poeta del linguaggio, del cantore della Sicilia come mondo interiore. Chi ama la grande letteratura troverà in queste pagine un’esperienza completa, fatta di storia, umanità e meraviglia.
