Tra curiosità e leggenda, lo stipendio dei sacerdoti italiani è sempre stato un piccolo mistero. Molte persone di chiesa provano vergogna nel chiederlo. A svelarlo è stato Riccardo Segna, content creator noto per raccontare storie autentiche e spesso sorprendenti. In uno dei suoi ultimi video, Segna ha intervistato don Francesco, un sacerdote di 39 anni che ha accettato di parlare apertamente del proprio compenso mensile. E la risposta ha sorpreso molti: “circa 1000 euro al mese”. Nessuna tredicesima, nessun bonus, nessuna busta paga gonfiata da straordinari o premi di produzione. Solo dodici mensilità regolari, e una grande dose di vocazione.
Lo stipendio dei sacerdoti: quanto guadagnano davvero
Don Francesco spiega che il suo stipendio arriva ogni mese con una dicitura ben precisa: “Istituto Centrale per il Sostentamento del Clero”. È l’ente che gestisce i fondi provenienti dalle offerte dei fedeli destinate ai sacerdoti, non da quelle raccolte durante la messa. Quelle, infatti, rimangono alla parrocchia per coprire spese come bollette, manutenzione e attività oratoriali. “Le offerte personali invece servono a garantire un sostegno economico ai sacerdoti di tutta Italia”, precisa don Francesco.
Insomma, il prete non vive delle monete messe nel cestino la domenica, ma di un sistema organizzato a livello nazionale. Un meccanismo che, pur con le sue regole, mira a garantire un reddito dignitoso a chi sceglie la vita religiosa. Eppure, il valore economico rimane contenuto: siamo sui 1000 euro, più o meno uguale per tutti i parroci di prima nomina.
Diventare sacerdote: un percorso lungo e impegnativo
Dietro quella cifra mensile c’è un percorso formativo tutt’altro che semplice. Don Francesco racconta che per diventare sacerdote servono circa sette anni di studi e preparazione. Un cammino fatto di teologia, filosofia e pastorale, ma anche di esperienze umane intense. Non è un lavoro come un altro, ma un servizio.

E allora sorge spontanea la domanda: esiste una sorta di “carriera ecclesiastica”? Segna glielo chiede con curiosità, e la risposta è chiara. “Formalmente no, ma di fatto i vescovi, a fine mandato, possono arrivare anche a 1600 euro al mese”. Una differenza che fotografa il sistema di sostentamento del clero, dove non contano anzianità o meriti individuali, ma piuttosto il ruolo ricoperto all’interno della Chiesa.
Da dove arrivano i soldi dei sacerdoti?
L’Istituto Centrale per il Sostentamento del Clero attinge principalmente dalle offerte dei contribuenti che scelgono di destinare una parte dell’8×1000 alla Chiesa Cattolica. Questi fondi vengono poi redistribuiti per garantire un reddito uniforme ai sacerdoti di tutta Italia, indipendentemente dalla ricchezza della parrocchia. È un modo per assicurare equità anche nelle zone più povere o isolate.
Un aspetto poco noto è che il sacerdote, in genere, non paga affitto. La parrocchia o la diocesi gli mettono a disposizione un alloggio, riducendo così le spese fisse mensili. Se volessimo fare un paragone con un lavoratore laico, don Francesco guadagna come un impiegato da circa 1500 euro che però deve sottrarre 500 euro di affitto ogni mese.
Un ruolo sociale più che economico
Alla fine, il vero “valore” del sacerdote non si misura solo in euro. Don Francesco lo spiega con naturalezza: “Il sacerdote è utile alla comunità. Tiene aperto l’oratorio, ascolta gli anziani, accompagna chi è solo”. È un lavoro che richiede presenza costante, disponibilità e umanità, più che un interesse economico. Forse è proprio questa dedizione quotidiana che continua a mantenere intatto il rispetto verso una figura tanto antica quanto attuale.
Il video di Riccardo Segna ha raccolto migliaia di visualizzazioni, segno che la curiosità sul mondo del clero non si spegne mai. E forse perché, dietro quel numero tondo – 1000 euro al mese – si nasconde qualcosa di molto più grande: una scelta di vita, più che una professione.
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