Il giardino più bello della Toscana: colori a non finire per un sogno a occhi aperti

Un viaggio tra arte, sogno e simbolo nel cuore della Maremma toscana: il Giardino dei Tarocchi

L’Italia è una terra che sorprende in ogni angolo: dalla maestosità dei suoi monumenti storici alla delicatezza dei borghi nascosti, dalle coste scintillanti alle colline punteggiate di cipressi. Una penisola ricca di luoghi d’arte, dove la bellezza si manifesta nelle forme più varie e inaspettate. In questa rete di meraviglie, c’è uno spazio che trascende la semplice definizione di museo o parco: il Giardino dei Tarocchi, in località Garavicchio, nel comune di Capalbio, offre un’esperienza immersiva e onirica, capace di fondere l’estetica con la spiritualità. Nato dalla visione dell’artista Niki de Saint Phalle, questo giardino monumentale è un inno all’immaginazione, un universo simbolico che parla direttamente all’anima. Lontano dai percorsi convenzionali, sorprende per la sua potenza visiva e per il messaggio che porta con sé: arte come strumento di trasformazione, natura come scenografia di un sogno lucido.

Realizzato tra il 1979 e il 1996, il Giardino dei Tarocchi si estende per due ettari nella campagna maremmana e custodisce 22 enormi sculture ispirate agli arcani maggiori dei tarocchi. Le opere, alte fino a 15 metri, sono realizzate in acciaio e cemento, rivestite da specchi, ceramiche e vetri colorati che riflettono la luce con straordinaria intensità. Ogni scultura rappresenta una figura simbolica: dal Mago alla Luna, dalla Papessa alla Ruota della Fortuna, il visitatore entra in un mondo fuori dal tempo, libero di vagare senza direzioni obbligate.
Il racconto di questo giardino è affidato alla travel creator Eleonora (@finestre_sui_borghi):

Il Giardino dei Tarocchi: un sogno in scala monumentale

Il percorso non è lineare, e ciò fa parte della filosofia del giardino: l’esperienza non va imposta, ma scoperta. Tra le opere spicca l’Imperatrice, una costruzione abitabile dove l’artista visse a lungo durante la realizzazione del progetto. Le sue stanze rivestite di specchi colorati evocano una caverna sacra, una matrice simbolica di creatività e rinascita. L’impatto visivo è potente, ma il contenuto simbolico lo è ancora di più: ogni figura è una tappa di un viaggio interiore, una riflessione sulla vita, la morte, il desiderio e la conoscenza.

Il Giardino dei Tarocchi non è solo il frutto della visione di un’artista: è anche un progetto corale. Vi hanno collaborato il marito Jean Tinguely, celebre per le sue sculture meccaniche, ma anche artigiani, mosaicisti, ingegneri e l’architetto Mario Botta, che ha firmato l’ingresso in forma di bastione, rafforzando l’idea di entrare in un’altra dimensione. Ogni elemento è site-specific, pensato per dialogare con l’ambiente naturale che lo circonda, senza contrastarlo.

Il visitatore è invitato a esplorare con calma, lasciandosi guidare dall’intuito e dalle emozioni. Il giardino è, prima di tutto, un luogo di libertà, un invito a rallentare e contemplare. Tra i suoi sentieri si leggono frasi incise, simboli astrologici e citazioni: tutto partecipa alla creazione di un linguaggio poetico e personale, che ognuno può interpretare a modo suo. Un’esperienza che arricchisce, commuove, ispira.