Su RaiPlay un film corale tra ironia e disincanto, in una Roma sospesa nell’assurdità del presente
In un’epoca segnata da mutamenti climatici e crisi esistenziali, il cinema trova nuove vie per raccontare la fragilità dell’essere umano. Te l’avevo detto, diretto da Ginevra Elkann, è un esempio emblematico di questa tendenza. Una pellicola che intreccia satira sociale e dramma psicologico, ambientata in una Roma febbrile e straniante. Presentato al Toronto International Film Festival e alla Festa del Cinema di Roma 2023, il film – ora disponibile su RaiPlay – accompagna lo spettatore in un viaggio tragicomico tra calore anomalo e tensioni interiori. L’atmosfera è quella di un weekend di gennaio inspiegabilmente torrido, che trasforma la città in un palcoscenico grottesco dove si muovono personaggi eccentrici, ognuno in lotta con i propri demoni.
Nel cuore della capitale, travolta da un caldo irreale, si muove una galleria di individui spezzati, ognuno intrappolato nel proprio microcosmo emotivo. La Roma di Te l’avevo detto è lontana dalle cartoline: è una metropoli febbrile, quasi desertica, dove il sole implacabile svela le crepe interiori più profonde. A dominare la scena è Gianna, interpretata da una sorprendente Valeria Bruni Tedeschi, ossessionata da una pornostar decaduta, Pupa (una intensa Valeria Golino). Intorno a loro ruotano personaggi come Caterina (Alba Rohrwacher), madre sull’orlo del collasso, e Padre Bill (Danny Huston), ex tossicodipendente alla ricerca di redenzione. Ogni storia si svolge come un frammento dissonante ma parte di un unico spartito emotivo. Il caldo opprimente non è solo sfondo, ma metafora del peso delle emozioni represse, dei ricordi mai affrontati, delle relazioni che logorano.
Su RaiPlay il grottesco come specchio della verità: un cast in stato di grazia
Il film si muove sul filo sottile che separa dark comedy e dramma, giocando con archetipi e caricature per parlare con serietà di dipendenze, genitorialità tossica, relazioni disfunzionali. L’estetica è curata nei minimi dettagli: la fotografia calda e satura immerge lo spettatore in un clima quasi asfissiante, rafforzando la sensazione di disagio. È proprio in questo contesto che brillano le performance del cast: il duo Bruni Tedeschi–Golino è uno dei punti più alti, con due donne che incarnano opposti ideologici e umani, legate da un rapporto disturbato e ossessivo. Ma è anche Sofia Panizzi, nei panni della fragile Mia, a lasciare un segno profondo, rappresentando una generazione incerta, che tenta di tenere insieme i pezzi. La struttura narrativa volutamente frammentata e surreale, ispirata a film come “Magnolia” o “Babel”, permette una visione caleidoscopica della crisi umana. Non tutto è perfetto: a volte la coralità disperde l’intensità emotiva, ma resta intatto il valore della proposta artistica. Nel cast anche Riccardo Scamarcio e Alba Rohrwacher.
Il titolo non è casuale. “Te l’avevo detto” è una frase tipica, spesso pronunciata troppo tardi, con rassegnazione o sarcasmo. Nel film, diventa un filo conduttore amaro, che unisce personaggi incapaci di ascoltare segnali evidenti: avvisi ignorati, scelte rimandate, ferite mai curate. Il caldo fuori stagione non è solo uno sfondo meteorologico ma simbolo di un mondo che ha perso l’equilibrio – non solo climatico, ma anche etico, relazionale, emotivo.