L'importante avvertimento dell'esperto: ecco quando fare particolare attenzione al limite del regime forfettario, il primo anno in cui si richiede, e perché.
Il regime forfettario rappresenta una modalità fiscale semplificata riservata alle persone fisiche titolari di partita IVA che esercitano attività economiche in forma individuale. Introdotto con la Legge di Stabilità 2015, mira a ridurre il carico burocratico e a semplificare la gestione contabile e fiscale di piccoli imprenditori, professionisti e freelance. L’aspetto centrale del regime è la sostituzione dell’IRPEF, delle relative addizionali e dell’IRAP con un’unica imposta sostitutiva pari al 15%, che scende al 5% per i primi cinque anni se si rispettano specifici requisiti. Il reddito imponibile non è calcolato in base alle spese effettive, ma applicando un coefficiente di redditività al fatturato annuo lordo. Non essendo previste detrazioni, le uniche spese deducibili sono i contributi previdenziali.
A differenza del lavoro dipendente, dove il datore di lavoro gestisce tributi e contributi, e della partita IVA ordinaria, in cui il professionista deve gestire IRPEF, IVA e deduzioni, il regime forfettario offre una struttura semplificata, senza IVA e con minori obblighi dichiarativi. Non si è soggetti a ritenute d’acconto, dichiarazione IVA né IRAP. Questa formula risulta particolarmente conveniente per chi ha costi operativi contenuti e desidera una gestione fiscale più agevole. Tra i benefici principali si segnalano l’assenza di IVA, la contabilità semplificata e una tassazione agevolata, oltre allo sconto del 35% sui contributi INPS per alcune categorie come artigiani e commercianti. Tuttavia, la mancanza di possibilità di dedurre altre spese può renderlo poco vantaggioso per chi ha uscite elevate.
Attenzione al limite, nel primo anno di regime forfettario: la raccomandazione dell'esperto
Anche nel 2025, poi, la permanenza nel regime richiede il rispetto di limiti precisi. Il tetto massimo di ricavi è fissato a 85.000 euro; se si superano i 100.000 euro si perde il regime in modo immediato. A proposito del limite dei ricavi, il primo anno in cui si richiede il regime forfettario, questo può essere anche molto più basso di 85.000 euro. A ricordare il motivo, è stato anche un noto esperto e commercialista italiano, il dottor Massimiliano Allievi. L'esperto ha, infatti, spiegato che, nel caso in cui si richiedesse il regime forfettario già dal primo gennaio del primo anno, il limite resterebbe di 85.000 euro, ma, ad esempio, se si chiedesse a metà anno, esso sarebbe decisamente più basso.

Questo perché il limite viene riproporzionato in base ai giorni effettivi, durante l'anno, nei quali si possiede il regime forfettario. A metà anno, sottolinea il commercialista, dunque, il limite di ricavi sarà esattamente della metà. Se si apre il forfettario a fine anno, ovviamente, questo sarà molto più basso. Il limite, dunque, deve essere riproporzionato considerando il periodo che va dal primo giorno in cui viene confermato il regime forfettario, fino al 31 dicembre di quell'anno. Questa è una cosa importantissima da sapere perché, qualora non si sapesse, si potrebbe sforare il limite senza saperlo, e perdere il forfettario.
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