Sicilia, addio allo storico negozio di giocattoli: "Oggi i bimbi giocano col tablet"

Messina, chiude uno storico negozio di giocattoli: "I bambini oggi giocano solo con tablet e smartphone"

Tra le tante chiusure di attività che da anni, ormai, vi raccontiamo, ce ne sono alcune più dolorose di altre. Ogni volta che un negoziante abbassa per sempre la sua saracinesca muore un piccolo pezzo di storia di una città, una comunità, un paese, soprattutto se si tratta di una scelta dettata da una costrizione, più che da una libera volontà. Ma quando a chiudere è un negozio di giocattoli, la stretta al cuore è più forte, brucia di più. Ci si chiede: com'è possibile che fallisca un'attività dedicata ai più piccoli? L'infanzia, in fondo, non passa mai di moda. Comprensibile, per quanto triste, può essere la chiusura di una merceria, di un negozio di modellini. Persino di una libreria, ahinoi, nell'era digitale in cui siamo. Ma nemmeno i giocattoli si comprano più?

E' la domanda che ci siamo posti apprendendo la notizia della chiusura de Il Castello dei Balocchi, negozio di Messina, che nelle ultime settimane ha dato il via a una massiccia attività di sconti sulla propria merce, con l'obiettivo di vendere quanti più giocattoli possibile, prima della chiusura definitiva. Il titolare, intervistato dai colleghi di Messinatoday.it, ha spiegato il perché del fallimento del suo settore. Oggi, dice, i bambini non giocano più con trenini, bambole, costruzioni, ma "con il tablet e il telefonino". Questa la dichiarazione che ha attirato la nostra attenzione, perché ci inchioda, un po', dinanzi a una responsabilità collettiva.

Negozio di giocattoli (1)

La crisi del negozio di giocattoli: e-commerce, tecnologia e denatalità

Cosa porta un negozio di giocattoli a chiudere? Al primo posto tra le cause, di sicuro l'avvento dell'e-commerce, che ha rivoluzionato le abitudini di acquisto, offrendo ai consumatori la possibilità di acquistare giocattoli online a prezzi competitivi e con maggiore comodità. Tendenza che ha finito, pian piano, per penalizzare i negozi fisici, che faticano a competere con le offerte e la varietà disponibili online. Transizione molto accelerata dalla pandemia.

Al secondo posto, come detto dal negoziante di Messina, l'innovazione tecnologica, che ha introdotto nuovi tipi di intrattenimento per i bambini, come videogiochi, app educative e dispositivi interattivi, che competono direttamente con i giocattoli tradizionali. Questa evoluzione ha modificato le preferenze dei consumatori, orientandoli verso prodotti digitali e interattivi. I negozi di giocattoli tradizionali, se non adeguatamente aggiornati.
Infine, tra le cause c'è da inserire anche la denatalità, seppur in parte.
Il nostro paese sta affrontando un vero e proprio calo demografico, cosa che ha ridotto non di poco la base di consumatori primari per i giocattoli. Impattando, quindi, negativamente sulle vendite. La diminuzione delle nascite comporta una contrazione della domanda di prodotti per l'infanzia, mettendo in difficoltà i negozi specializzati.